Premi letterari | Orientano i lettori o dettano vuotissime mode?

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Fervono i preparativi per il Premio Strega 2018 e iniziano qui sull’internet le prime avvisaglie delle caterve di articoli sull’ambitissimo premio letterario che, a breve, invaderanno i nostri feed e i nostri schermi.

Il Premio Strega, bisogna ammetterlo, sia solo per tutti gli anni che si porta sulle spalle, esercita un certo fascino. Ma è davvero un premio letterario ciò che può orientarci nel vastissimo e spesso sconosciutissimo mondo della letteratura?

Scusate lo scetticismo, ma penso di no.

 

– TEMPO DI LETTURA 4 MINUTI –

 

I premi letterari: solo manovre politiche editoriali?

In un articolo di un paio di settimane fa su L’Espresso, Wlodek Goldkorn definiva il premio Strega esattamente in questi termini: una manovra politica editoriale.

Come sa chi mi conosce ormai un po’, i demistificatori non mi fanno troppa simpatia.
Ci sono cose che vivono immerse in un’aura di sacralità e non trovo che sia da sempliciotti o da creduloni stare un po’ lì ad ammirarla.

Detto questo, tuttavia, credo che i premi letterari – intesi in senso lato, ci metto dentro anche top ten e classifiche varie – lascino un po’ il tempo che trovano e lo fanno aldilà del fatto che sotto possa esserci un po’ di magna magna, accordi vari e manovre politiche.

I premi letterari sono, riducendoli ai minimi termini, solo punti di vista.

 

Se cercate su Wikipedia “Premio Strega” e andate a leggere la lista dei premi vinti dal ’47 ad oggi, troverete tantissime pietre miliari della letteratura italiana ma troverete altrettanti eminenti sconosciuti.

Nonostante me lo chieda spesso non sono ancora riuscita – e probabilmente mai riuscirò – neppure solo ad avvicinarmi ad una parvenza di definizione di letteratura, quella vera, quella con la L maiuscola. Probabilmente una definizione non esiste, o forse esiste una definizione diversa per ognuno di noi ma ciò che mi sembra accomuni tutte le grandi opere letterarie del passato è essere sopravvissute al tempo – qualcuno potrebbe obiettare, e a ragione, che forse le opere che sopravvivono sono quelle che vengono fatte sopravvivere da critici, editori e chi più ne ha più ne metta. Ma questo è un altro discorso.

Se così è, se la letteratura con la L maiuscola è quella che sopravvive al tempo, allora potremmo concludere che non tutte le opere premiate con un Premio Strega sono state letteratura con la L maiuscola.

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Qual è il valore dei premi letterari?

Il premio letterario, scusando la tautologia, è un premio. Nulla più, nulla meno di un riconoscimento che un ente autorevole riconosce ad un autore. Spesso però gli viene attribuito un valore di gran lunga superiore.

Qualche tempo fa ho letto un gradevolissimo libro sulla letteratura scritto da Tim Parks e dal titolo Di cosa parliamo quando parliamo di libri.
In quel libro Tim Parks affronta tantissimi temi correlati al mondo della letteratura fra cui quello dei premi letterari. Nello specifico lui esprime il proprio scetticismo nei confronti del Nobel per la letteratura e ci racconta quanto, secondo lui, la cara vecchia Accademia svedese sia del tutto inadeguata ad esprimere un giudizio sulla letteratura mondiale.

In quel capitolo, Tim Parks scrive di quanto spesso il Nobel per la letteratura venga assegnato per meriti altri che vanno aldilà della sola buona qualità dell’opera letteraria. E questo avviene proprio perché gli strumenti per valutare in assoluto l’opera sono insufficienti.

– “Ecco allora il periodo del Nobel ai dissidenti del blocco sovietico, agli scrittori sudamericani contro la dittatura, agli scrittori sudafricani contro l’apartheid, […]”

Di cosa parliamo quando parliamo di libri,
Tim Parks – UTET 2015

premi letterari

E quindi, questo Premio Strega?

Se affidiamo ai premi letterari il compito di stabilire cosa è degno di lettura e cosa no, allora, sì, sono d’accordo con Tim Parks: i premi letterari non sono adeguati.
Se invece riusciamo a ridimensionare il premio letterario dentro la sua vera natura allora, beh, perché no?

Come dicevo qualche riga sopra, se lo riduciamo ai minimi termini, i premi letterari sono opinioni, punti di vista. Non esprimono verità assolute.

Il Premio Strega viene assegnato ogni anno da un vasto gruppo di persone – di autorevolissime persone, per carità – che votano l’opera per loro più meritevole.

Capite bene che, in ogni caso, si tratta di persone. Persone che esprimono un giudizio. Persone con le quali possiamo anche non essere d’accordo.

letti in estate leggi anche perché la ragazza con la leica ha vinto il premio strega

Generalmente, proprio perché non credo nei premi-letterari-guru-della-letteratura non corro a comprare lo Strega di turno per leggerlo voracemente. Mi è capitato di leggere dei libri e poi di scoprire che erano stati insigniti col Premio Strega ma diciamo che non me li sono mai andata a cercare. E diciamo anche che non escludo che un domani possa accadere che io legga uno Strega e che mi faccia schifo.

Credo che la magia di un premio come il Premio Strega sia la ritualità, la memoria, il fatto che è un premio che ha vissuto anno dopo anno la vita culturale di questo Paese. Riguardando quella lista, su Wikipedia, ogni titolo – quelli che conosco, perlomeno – mi parla di un anno della vita culturale italiana.

Pensate alla ritualità della cerimonia, alla gente tutta agghindata che partecipa e poi la premiazione, le foto degli autori con la bottiglia-trofeo in mano, di anno in anno sempre più goffi dentro giacche, cravatte, strascichi o tacchi 12.

Perché dobbiamo per forza estremizzare tutto questo?
Perché dobbiamo per forza andare in giro sventolando l’ultimo Strega, dicendo al mondo “eh, ha vinto lo Strega!”.
Perché dobbiamo per forza accettare acriticamente quella vittoria, come un dogma?

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– Paolo Cognetti, premiato nel 2017 per Le otto montagne (Einaudi)

Allora a cosa servono i premi letterari?

Mi verrebbe da dire: assolutamente a niente. Non servono, ci sono e basta.

Ogni anno, quando viene annunciato lo Strega, la prima cosa che mi viene da pensare è: e chi sono tutti gli altri, tutti quelli che non hanno vinto?

Un grande merito di un premio come il Premio Strega è quello di portare all’attenzione di tutti svariati titoli che altrimenti, magari, non ci sarebbero mai passati davanti agli occhi.

Se quei titoli siano stati candidati al Premio Strega per merito o per politica non lo sapremo mai. O meglio, possiamo scoprirlo leggendoli e facendoci una nostra opinione. Credo che il punto nodale sia proprio questo: facciamoci sempre una nostra opinione, non lasciamo mai che gli altri pensino per noi, fosse anche l’autorevolissima giuria del Premio Strega.


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