Fra Diego La Matina, una storia di eresia politica

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Il 17 marzo 1658, a Palermo, un uomo viene ucciso sul rogo: si tratta di Fra Diego La Matina, frate agostiniano, animo ribelle e irrequieto, noto all’Inquisizione palermitana sin dalla sua prima giovinezza, muore bruciato vivo sulla piana di Sant’Erasmo all’eta di 36 anni.

Ho approfondito la sua storia attraverso due testi: il primo, di Sciascia, si intitola Morte dell’Inquisitore (e il titolo già ci spiega il perché Fra Diego sia finito su quel rogo); il secondo è Fra Diego La Matina di Luigi Natoli.

 

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– TEMPO DI LETTURA 3 MINUTI –

Fra Diego La Matina | L’inquisito che uccise il suo inquisitore

Circa un anno prima l’esecuzione della condanna di Fra Diego era avvenuto il fatto: il frate, in un impeto d’ira, raccoglie un ferro da tortura e colpisce il proprio Inquisitore alla testa per 3 volte

L’Inquisitore si chiama Juan López de Cisneros e muore dopo 11 giorni di agonia

In un saggio di Sciuti Russi sulla ricostruzione storiografica della vicenda di Fra Diego leggo un doveroso interrogativo: da dove, Fra Diego, prende lo strumento che sarà poi l’arma che ucciderà Cisneros?

Dal banco al quale Cisneros stava seduto, a quanto pare.
Cosa che ci mostra come la visita dell’inquisitore non fosse un’offerta di consolazione dell’anima, quanto una fisica e dolorosissima punizione per il prigioniero.

 



 

Sì, perché Cisneros si trova lì, nel carcere dell’Inquisizione a far visita a Fra Diego, per un motivo preciso: il guardiano delle carceri aveva riferito che il frate era riuscito a rompere le manette che gli legavano i polsi.

Sempre a partire dal saggio di Sciuti Russi leggo delle condizioni psicologiche in cui si trovava Fra Diego: 13 anni di reclusione spesso in isolamento, spesso al buio, con mani e piedi legati – perché Fra Diego era un uomo robusto e irruente e non era facile arginare la sua forza – avevano causato nel frate agostiniano seri problemi mentali come la depressione, l’ipocondria, l’anoressia suicida e non ultima una sindrome dissociativa.

La domanda intorno a cui ruota il libro di Sciascia parte proprio da qui: perché ridurre così un uomo? Un uomo di Chiesa peraltro, un religioso, un uomo al quale non viene mai formalizzata alcuna accusa specifica di eresia?

 

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Morte dell’Inquisitore di Sciascia | La ricerca di un perché

Il libro di Sciascia mira a ricostruire la vicenda di Fra Diego e a discuterne i perché: di fatto, nessun documento giunto fino a noi registra una qualsiasi accusa specifica di eresia nei confronti del frate

Il primo arresto, all’età di 22 anni, avviene con l’accusa di brigantaggio: Fra Diego derubava i viandanti delle campagne siciliane, cosa che, se certamente è criminale altrettanto certamente non è eretica

Allora perché viene affidato al tribunale dell’Inquisizione?

Come scrive Sciascia, non ci è dato saperlo.
La vicenda di Fra Diego lo vede dentro e fuori il carcere dell’Inquisizione e per almeno 5 volte: un paio di volte viene assolto dopo una sua abiura e scarcerato, un’altra volta viene condannato al remo (al quale sopravvive, nonostante fosse una delle pene più usuranti da un punto di vista fisico), viene ripreso ma riesce a scappare grazie all’assalto alle carceri durante la rivolta di Palermo del 1647. Poi, ripreso un’ultima volta.

 


fra diego la matina leggi anche perché leggere ancora il romanzo popolare


 

Questa volta però, sulla vicenda di Fra Diego, si pronuncia direttamente l’Inquisizione di Madrid, la sede centrale, che dà ordine che il frate venga condannato all’esilio perpetuo presso un convento. La pena però, non viene mai eseguita.

Per motivi che non conosciamo – tutta la documentazione dell’Inquisizione siciliana venne data alle fiamme quando il tribunale venne sciolto, nel Settecento – gli inquisitori palermitani decidono di non eseguire l’ordine spagnolo e, di fatto, di sequestrare Fra Diego, che da quel momento resterà imprigionato, con le modalità di cui scrivevo sopra, nelle carceri segrete di Palazzo Steri a Palermo.

 

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Su Instagram ho pubblicato un breve video in cui vi leggo un passo da Morte dell’Inquisitore di Sciascia: è il passo in cui Sciascia scrive che l’eresia di Fra Diego, secondo lui, fu più di tipo sociale che religioso.

 

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Clicca sull’immagine per ascoltare il passo tratto da Morte dell’Inquisitore di Leonardo Sciascia

 

Fra Diego La Matina | La versione di Natoli

Il libro che Luigi Natoli dedica alla figura di Fra Diego La Matina è un romanzo, ed è un romanzo popolare

Questa è la doverosa premessa che serve a capire con che tipo di opera abbiamo a che fare: un’opera molto lunga, piena di intrighi e colpi di scena, un’opera in cui ci sono i buoni e i cattivi e, anche se il bene non vince sempre, l’eroe rimane nel cuore dei suoi lettori per molto tempo

E d’altra parte pare che l’opera riesca perfettamente nel suo intento: racconta Sciascia, che la storia di Fra Diego continuava ad essere molto conosciuta fra i suoi compaesani contemporanei (Sciascia e Fra Diego condividevano i natali a Racalmuto, paese siciliano in provincia di Agrigento), ciò nonostante la versione che sopravviveva all’oblio era quella del romanzo di Natoli, non quella più realistica basata sui fatti storici.

 



 

Le lunghe e intricate vicende del Fra Diego del romanzo di Natoli lo vedono frate ribelle che si spende per difendere vedove e orfani dalle insidie di un prete malvagio, ma non solo: nel romanzo Fra Diego viene accomunato ai rivoltosi del 1647, che misero a soqquadro Palermo per ribellarsi contro l’ennesimo aumento della tassa sul grano.

Non sappiamo quanto questa ricostruzione abbia di vero, ma certamente, sulla base delle informazioni che possiamo raccogliere, Fra Diego è stato un uomo di tenace concetto, così come lo definisce Sciascia, e soprattutto un uomo che non ebbe paura di mettere in discussione il potere e l’istituzione.

Vi lascio con la lettura del finale del romanzo di Natoli, la descrizione della salita sul rogo di Fra Diego. Quanto riporta Natoli in questo passo conclusivo pare abbia fondamento storico, soprattutto la frase che il frate rivolge al prete a cui chiede di risparmiargli la vita. Al diniego dell’uomo Fra Diego risponde dunque Dio è ingiusto, frase che conferma al prete l’eresia di Fra Diego La Matina e a noi la levatura del suo coraggio.

 

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Clicca sull’immagine per ascoltare il passo tratto da Fra Diego La Matina di Luigi Natoli

 


 

I libri citati in questo articolo sono:

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Il saggio citato è: Il martirio dell'”Affannoso Innocente”. L’inquisitore di Sicilia Jan López de Cisneros di Vittorio Sciuti Russi, Università di Catania (2004)


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