Il mio 2023 è iniziato, come da tradizione, leggendo Steinbeck. Ma questa volta è una rilettura: Of Mice and Men, letto ormai qualche anno fa in italiano, lo rileggo in questi giorni in inglese.
Uomini e topi (Of Mice and Men, 1937) è un libro di una tenerezza indescrivibile. Ci dice: siamo topini in balia del destino o della decisione o dell’azione di qualcun altro. E più quel qualcuno è più abile, più potente, più bianco, più maschio di noi, più noi saremo vulnerabili alla sua stretta.
È un libro che parla di intersezionalità? Forse. Ante litteram, per lo meno.
Lo leggo sul treno.
Vengo da un periodo frenetico – la lunga ricerca di una casa, poi un trasloco, Natale, la preparazione di un esame difficile, stressante e frustrante – e questa culla mattutina che mi porta dalla Brianza al centro di Milano è un toccasana, una piccola riappropriazione di me e del mio tempo.
Ascolto le conversazioni che mi avvengono intorno (alcune molto belle, un giorno vi parlerò del giovane elfo che chiese se c’è il mare in Messico), guardo fuori dal finestrino, saluto al passaggio la città in cui da poco non vivo più. E leggo Steinbeck.
I personaggi di Steinbeck mi strappano sempre il cuore. Sono reietti, mai vittimizzati, scarti di un mondo che tende a nuclearizzare l’accettabile entro pochissime, sparute categorie e a lasciare fuori tutto il resto. Non ho studiato così bene Steinbeck da poter affermare quali fossero le sue intenzioni, quale messaggio volesse veicolare; so per certo che era vicino alle istanze socialiste, ma quel che scrive lo porta sempre un po’ più in là del mero pensiero politico, lo spinge verso un’analisi intenerita di questa minuzzaglia umana che raccoglie e incornicia nelle sue opere.
Sembra che i suoi reietti non abbiano gerarchia all’interno del suo cuore.
In una bellissima scena di Uomini e Topi, ci troviamo davanti i più reietti dei reietti, gli scarti sociali più infimi: una persona con disturbi mentali, un nero, una donna.
C’è Lennie, un omone forzuto con la mente di un bambino. L’unica cosa a cui pensa, giorno e notte, è riuscire ad avere un pezzetto di terra da coltivare insieme a George, il suo compagno di viaggio e di esistenza, che gli ha promesso che quando l’avranno ci saranno anche dei morbidi conigli da coccolare.
C’è Croocks, emarginato dal resto dei braccianti in quanto nero: non dorme con gli altri nello stanzone comune – ha una stanza tutta sua nella stalla – e non partecipa né ai giochi né alle conversazioni dei bianchi.
La scena ha inizio quando Lennie entra nella stalla per via di alcuni cuccioli di cane appena nati: George gli ha detto che sono ancora troppo piccoli per essere coccolati, che deve lasciarli stare, ma Lennie non resiste e va a trovarli. Lì trova Croocks nella sua stanza piena di libri e i due iniziano a parlare della storia della terra e dei conigli. Ai due si unisce poi la moglie di Curley, personaggio senza nome e senza identità, più un tipo che un personaggio vero e proprio, una Bovary annoiata e tentatrice che da grande voleva fare il cinema.
I tre parlano, ma a volte sembra che le frasi pronunciate rimbalzino contro muri invisibili e ricadano ai loro piedi. È come se la condizione della donna, del nero, della persona con disturbi mentali fossero incomunicabili e non accomunabili fra loro. Il lettore percepisce che quel che provano i tre nei confronti del mondo in cui vivono è più o meno lo stesso, ma loro non lo sanno, loro non riescono a dirselo.
Vivono in balia di ciò che li circonda, non hanno potere e non hanno voce, possono solo aspettare di vedere come va a finire.
La sera scendo dal treno che è già buio, trovo il consorte ad aspettarmi sulla banchina. Il mio libro in tasca, appena finito, e io che vorrei leggere ancora di Lennie, sapere che c’è un’altra conclusione possibile, quella della terra da coltivare e dei conigli, quella di un Eden che raccoglie tutti gli scartati – che si sono finalmente riconosciuti, si sono parlati, si sono contati e hanno smesso di vivere in balia di.
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Se vuoi leggere un post in cui parlo più approfonditamente del libro, della trama e dei personaggi puoi andare qui: Uomini e topi di John Steinbeck