L’ultimo post prima di questo è datato 22 aprile.
Quasi un mese di pausa forzata e molti, moltissimi cambiamenti. Durante questo mese, nell’ordine: si è rotto il computer, ho cambiato casa e ho cambiato lavoro (e anche un po’ vita).
Aprile si è concluso così: addio al vecchio lavoro e addio a Milano. No, non sono espatriata, ma adesso vivo e lavoro nell’hinterland e Milano centro non è più la quotidianità ma una passeggiata da fare durante il weekend.
Il nuovo lavoro (che poi è solo una nuova azienda, il lavoro che faccio è sempre lo stesso) mi piace. Ogni mattina arrivo in questa piccola oasi di collinette verdi in mezzo al nulla, posteggio la mia auto color puffo ed entro in un ufficio con delle dinamiche profondamente diverse da quelle dell’ufficio precedente.
Non c’è ansia, o quanto meno, io non la sento.
Non è stato semplice lasciare il vecchio lavoro, devo dirlo. Lì c’erano i miei amici, le persone con le quali ho vissuto ogni giorno per due anni. E lì c’era anche Milano, tutta intorno. La mattina, uscivo dalla metro e vedevo il Duomo.
Ma la cosa che mi ha fatto decidere di andar via è stata proprio questa: di quel lavoro mi mancano le persone, i posti. Non mi manca il lavoro, non mi manca per niente, e questo mi fa sentire che è stata una buona decisione.
Poi si è rotto il computer. Il mio glorioso Mac Book, regalo di laurea di mia madre, non si accendeva più. So che è davvero stupido affezionarsi agli oggetti ma questo computer rappresenta per me tante cose. E’ con lui che ho iniziato a fare la web designer. Costruivo orribili siti assolutamente non responsive senza il minimo criterio seo o anche solo comunicativo. Però era ciò che mi entusiasmava e ciò che mi rendeva (mi rende) felice.
Adesso è tornato in sé (è dalla sua tastiera che vi scrivo) ma non va più bene come una volta, è molto lento e ogni tanto perde qualche colpo.
In questi giorni dovrebbe arrivare un fratellino Mac e da lì dovrebbe ripartire la mia saltellante vita da blogger: ho già imbastito una pianificazione per giugno, ci sono tantissime cose di cui vorrei parlarvi, tanti libri di cui vorrei scrivere. A poco a poco, un piede dietro l’altro.
L’università è un po’ ferma. Di questo mi dispiace. Mi sento ancora una volta l’universitaria tardona che non riesce a sostenere più di un esame a sessione. Solo che questa volta ho un lavoro, una casa, un marito, una gatta. Obiettivamente, c’è poco tempo per l’università, ma quel poco che c’è vorrei davvero riuscire a dedicarglielo tutto.
Ho ricominciato a cucinare e, tenetevi forte, è tutto merito di Nessie, la mia lavastoviglie.
La mia pigrizia patologica mi portava a evitare di cucinare per evitare poi di pulire. Adesso ci pensa Nessie e io ho ricominciato a fare le torte. Due settimane fa sono stati gli scones – meravigliosi panini inglesi – la settimana scorsa il banana bread, ieri ho fatto la torta di mele per Marco.
La nuova casa è bella. Ha una stanza in più e a noi sembra una reggia. Il primo giorno a casa nuova ho detto a Marco “quella tal cosa la trovi sul tavolo” e lui mi ha risposto “quale tavolo? Adesso devi precisare, ne abbiamo due!”.
Oltre ad una stanza in più abbiamo un’asciugatrice (altrimenti nota come l’amante segreta di mio marito) e una lavastoviglie (Nessie, appunto. Marco potrebbe ribattere che la mia amante segreta è lei).
La mattina mi siedo al tavolo della cucina e faccio colazione, nella vecchia casa non lo facevo mai. Dory si accuccia sul suo trespolo davanti la finestra aperta, sembra una mattina di quelle normali dentro le case normali con le famiglie normali.
In questo post vi ho parlato di tantissime banalità, ma sono di quelle banalità che fanno una vita. Spero di tornare presto, grazie a tutti quelli che mi hanno aspettata, grazie per la vostra pazienza 🙂
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Sono contenta che per te ci sia questa ventata di aria fresca profumata di positività e buona notizie! 🙂
bello risentirti con queste novità, tanta roba.