Mitologia nordica | Thor e Loki non sono fratelli (neppure adottivi)

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Qualche tempo fa su Instagram vi ho chiesto se potesse interessarvi un post/video sulla mitologia nordica. Voi mi avete risposto di sì ed eccomi qua, a qualche giorno dal mio primo esame da studentessa magistrale (se vi siete persi questo pezzo ve l’ho raccontato qui) a dirvi di Odino, del suo occhio perduto e di tutto il resto.

Questo post e il relativo video, devo dirvelo, sono una versione estramemente condensata di tutto quello che normalmente si studia per un esame di Filologia germanica – a scanso di equivoci, eh, non pensiate vado all’esame a raccontare delle ansie materne di Friggr!

Le fonti della mitologia nordica

Essendo amaranthinemess.it un blog che parla di libri non posso esimermi dal parlarvi innanzi tutto di come la mitologia nordica è arrivata sino a noi.

Non senza difficoltà, i miti germanici sono sopravvissuti, seppur non illesi, alla conversione delle popolazioni germaniche al Cristianesimo: sebbene la conversione abbia portato molte e positive innovazioni nella cultura germanica (non utlimo, l’uso della scrittura), è anche stata causa della perdita di moltissimi miti, di tradizioni, usanze.

Proprio perché i miti nordici vennero messi per iscritto solo dopo la conversione al Cristianesimo, dobbiamo mettere in conto che ci siano un po’ di “aggiustamenti”, qualche piccola modifica che possa rendere accettabile per un lettore cristiano un empio mito pagano.

 

Edda poetica, Snorri Sturluson e la poesia scaldica

 

Le fonti attraverso le quali conosciamo la mitologia nordica sono essenzialmente tre:

  • l’Edda poetica è una raccolta di carmi. Il codice arrivato sino a noi, il cosiddetto Codex regius è del XIII secolo: si tratta quindi di un manoscritto più recente, che riporta componimenti scritti in diverse epoche e in diversi luoghi.
    All’interno dell’Edda poetica troviamo tanti tipi di componimenti – prosa, versi, proverbi – gran parte dei quali ci parlano di Odino e dei suoi compagni.
  • l’Edda in prosa è invece un’opera, datata 1220, scritta da un bizzarro personaggio islandese: Snorri Sturluson. Snorri è un agricoltore e politico islandese, con una grandissima conoscenza dei miti e delle tradizioni nordiche. Snorri però è un cristiano: non può semplicemente mettere per iscritto le tradizioni pagane, deve trovare un espediente. Lo fa con l’idea del manuale di poesia: la poesia nordica medievale, sebbene cristiana, è piena di rimandi ai miti nordici, ragion per cui, un giovane poeta che vuole avvicinarsi alla cosiddetta poesia scaldica deve conoscere quei miti. Snorri mette quindi per iscritto tutto quello che sa sulla mitologa nordica, basandosi probabilmente sull’Edda poetica e su altri documenti ormai perduti.<
  • Infine, proprio la poesia scaldica. La poesia di corte ha come principale stilema quella di usare delle metafore, le cosiddette kenning, che accomunano oggetti o materiali d’uso comune alle divinità nordiche. Per esempio, l’oro è comunemente indicato come “i capelli di Sif”, la dea dei capelli d’oro.
    La poesia scaldica, tuttavia, è poco affidabile: prodotta già a partire dal IX è però stata messa per iscritto molto più tardi per cui risente della corruzione del tempo e della conversione al Cristianesimo di cui si parlava prima.

 

Andiamo alla ciccia: gli dèi nordici

Il padre di tutti gli dèi è Odino, un dio molto particolare, dalle numerosissime sfaccettature. Odino è il dio del furore poetico, della saggezza e della conoscenza e accoglie nel Valhalla i combattenti morti in battaglia. Ha un carattere volubile, capriccioso e non ben definibile, probabilmente perché, nel corso dei secoli nella figura di Odino sono confluite altre divinità ormai, per noi, del tutto scomparse.

Fra le sue tante bizzarrie:

  • è rimasto appeso per nove giorni e nove notti all’albero della conoscenza per divenire più sapiente
  • ha donato un occhio al gigante Mimir per poter bere dalla fonte della conoscenza da lui sorvegliata; si dice che custodisca la testa del gigante come oracolo
  • va in giro in groppa a un cavallo a otto zampe di nome Sleipnir, che, per altro, è stato partorito da Loki

Gli dèi sono divisi in due gruppi:

  • gli Asi, più irruenti e irrequieti, sono i protagonisti principali della mitologia nordica. Ne fanno parte Odino, sua moglie Friggr e i suoi figli Thor, Baldr e Tyr
  • Vani, divinità più pacate che vegliano sulla pace e la fecondità: sono essenizalmente tre, Njord e i figli Freyr e Freya

Thor è un dio guerriero, armato del suo fedele martello Mjollnir (anche per la creazione del martello di Thor c’è di mezzo Loki che sfidò i nani su chi avesse creato la più bella arma per un dio) la cui missione principale è quella di combattere i giganti, gli acerrimi nemici degli dèi.

Tyr è anche lui un dio guerriero, Tacito lo accomuna alla figura del Marte latino. Una delle storie più importanti su Tyr è quella che riguarda la cattura del lupo Fenrir(figlio di Loki): il lupo Fernir era un lupo grandissimo e molto feroce, ma essendo figlio di Loki l’avevano lasciato crescere fra gli dèi. Diventato troppo grande e troppo aggressivo decisero che sarebbe stato incatenato e (non prima di varie peripezie per farsi costruire dai nani una catena che fosse in grado di contenerne la forza) Tyr si offrì volontario. Purtroppo, nel tentativo – poi riuscito – di incatenarlo, il lupo Fenrir mangò la mano di Tyr.

Infine Baldr, un dio con una storia molto triste. Un giorno Baldr iniziò ad avere dei cattivi presagi. La madre, Friggr chiese ad Odino di indagare su questi presagi e lui scoprì che negli inferi si stavano preparando ad accogliere Baldr. Friggr, disperata, fece giurare a tutti gli dei e a tutte le creature che conosceva che mai avrebbero ferito Baldr, così su di lui scese una specie di magie che lo rese invulnerabile. Tuttavia c’era, nel mondo, qualcuno che non aveva partecipato al giuramento: era una piantina di vischio e Loki lo scoprì. Raccolto un pezzo della piantina Loki fabbricò una freccia e convinse uno degli dèi a scagliarla contro Baldr che morì immediatamente. Allora gli dèi andarono da Hel, dea degli inferi (figlia di Loki), per chiedere se Baldr potesse tornare fra loro. Lei rispose che sarebbe tornato solo se tutti, nel mondo, avrebbero pianto per la sua morte. Fra tutti, addoloratissimi, venne fuori una gigantessa – probabilmente Loki sotto mentite spoglie – che disse di non essere addolorata da quella morte, così Hel non rimandò indietro Baldr.

 

Chi è Loki?

Siamo abituati a vederlo con le fattezze del bel Tom Hiddleston ma in realtà Loki è molto più del fratellino capriccioso di Thor.

Loki non è al 100% un dio: è infatti nato dall’unione fra il gigante Farbauti e della dea Lanfrey.

E’ sposato con la fedele Sigyn ma ha avuto figli dalle più insolite creature, figli da lui stesso generati nei modi più incredibili. E’ il padre di Sleipnir, per esempio, il cavallo a otto zampe poi donato ad Odino che è stato generato dall’accoppiamento con la puledra di una gigante. Loki è padre di Hel, dea degli inferi, di Fenrir, il lupo che mangia la mano a Tyr e di Iormungand, il serpente cosmico contro cui Thor dovrà combattere durante il Ragnarock. Queste ultime tre creature sono state generate da Loki stesso dopo aver mangiato il cuore della gigantessa Angroboda.

Loki è un personaggio cardine della mitologia nordica e rappresenta il male necessario, il male insito in ogni cosa, che garantisce l’ordine cosmico. E’ insieme buonissimo e malvagio, aiuta spesso gli dèi ma spesso è l’incarnazione del loro fato avverso.

Nella tradizione cristiana Loki viene condensato nella triste sintesi del demone: la religione cristiana non conosce zone grigie, c’è il bene e c’è il male e le due forze non possono coesistere.
Nella mitologia nordica invece troviamo questo affascinantissimo aspetto.

C’è ancora moltissimo da dire sulla mitologia nordica, per esempio, mi piacerebbe molto parlarvi del Ragnarock, la fine del mondo germanica. Potrei pensare di dedicargli un intero futuro post.


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4 risposte a “Mitologia nordica | Thor e Loki non sono fratelli (neppure adottivi)”

  1. Ti ho letto con piacere. Grazie

    1. elena spadafora dice: Rispondi

      Ciao Gianni, grazie 🙂

  2. Mi hai incuriosito coll’affermazione che cristianesimo ha portato ai popoli nordici la scrittura?! Ma scusa, le rune e i codici interi scriti con le rune (si trovano in Islanda) non era una scrittura? Quindi sarebbe giusto dire che il cristianesimo ha portato una scrittura in più e si è dato da fare per estirpare la scritura runica – anche la testimonianza che era una religione di stranieri imposta con fuoco e ferro….

    1. elena spadafora dice: Rispondi

      Ciao Andy, la tua prima frase è una domanda o un’affermazione? 🙂 Le popolazioni nordiche non avevano un uso della scrittura come quello latino, le rune venivano usate per lo più per la divinazione e l’iscrizione di epigrafi e incisioni, non esiste una vera e propria “letteratura” runica (anche perché tutta la tradizione letteraria nordica, almeno fino all’incontro con la scrittura latina, era orale). Poni male la questione, perché è vero che il cristianesimo si è sovrapposto e ha quindi di fatto eroso grandi aree della cultura nordica, ma ci sono validissime teorie che ipotizzano che la conversione e tutto ciò che ne consegue fu una scelta consapevole delle popolazioni nordiche, che volevano a tutti i costi poter competere non solo politicamente ma anche culturalmente con la latinità. Sotto questo aspetto forse possiamo riuscire a smettere di vedere i nordici semplicemente come “barbari” o “buoni selvaggi” che prendono per buono tutto quel che viene dai latini e si lasciano cambiare senza batter ciglio e iniziare a guardarli come agenti attivi della Storia, veri e propri artefici del proprio destino.

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