Come conciliare studio e letture? | Il metodo L.M.Tp.

conciliare studio e letture
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Una giovane lettrice mi scrive e mi chiede un consiglio su come conciliare studio e letture, così mi son detta: quale migliore spunto per ricominciare a pubblicare post sul blog?

Dopo la pausa estiva amaranthinemess.it riprende il suo corso in pieno stile back to school: come fare, se la maggior parte del proprio tempo libero dalla scuola (o dall’università) è già dedicata alla lettura per studio, a ritagliarsi anche degli spazi per la lettura per diletto?

Per rispondere a questo annoso quesito, miei cari, ho elaborato un ingegnosissimo metodo, il metodo L.M.Tp.

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Per conciliare studio e letture bisogna innanzi tutto aver voglia di leggere

Questa, ragazzi, mi pare una premessa imprescindibile: se si ha veramente voglia di leggere, un modo, un luogo e un tempo, lo si trova. Al contrario, se la lettura è un’imposizione (da parte di altri o da parte di noi stessi), certamente si troveranno mille scuse e il libro resterà chiuso e intonso.

Ricordo bene quando frequentavo il liceo ed ero una delle pochissime della classe ad avere come hobby la lettura, e ricordo la lunga lotta con un mio compagno di classe molto intelligente e promettente che però si rifiutava di dedicare il suo tempo libero dallo studio alla lettura.



La dura lotta si articolò in una serie di prestiti: gli portai prima un libro di Pratchett, poi L’amico ritrovato di Uhlman e credo un altro paio di libri molto molto brevi. Ma l’indottrinamento non funzionò: il mio amico A. mi disse che erano tutti bei libri, che gli erano piaciuti, ma avrebbe continuato a non dedicare il suo tempo libero alla lettura.

C’è da dire anche un’altra cosa: sino a quando, ormai tre anni fa, decisi di far virare il senso di amaranthinemess.it verso i libri, non sono stata una lettrice molto costante. Ergo, se volete un metodo infallibile per conciliare studio e letture non so proprio cosa dirvi. Ciò che invece vi dirò è tutto quello che ho imparato con la pratica e con l’esperienza, cose che forse sarebbero tornate utili anche alla Elena sedicenne.

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Questa foto l’ho presa su Pinterest: https://www.pinterest.it/pin/468515167471451378/

Scusate la ripetizione ma il punto è nodale: per leggere tanto bisogna aver voglia di leggere.

Se leggere è solo uno status symbol, se è solo perché la nostra compagna di banco ha letto tutti i tomi de Il diario del vampiro e noi no, se è solo perché, comunque, le foto con i libri su Instagram sono fighe e quelle librerie bianche con le lucine e i tomi tutti belli colorati e ordinati ci danno un senso di pace, beh allora no, lasciamo stare.

Se invece, quando siamo seduti a fare i compiti ci prende una voglia matta di chiudere tutto e aprire il libro e ricominciare a leggere proprio da quell’ultima riga sulla quale ci siamo addormentati, beh in quel caso, sì, possiamo parlarne.

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L’appetito vien mangiando?

Questo potrebbe essere un lungo spin-off di questo post: come viene voglia di leggere?

Credo sia una domanda alla quale non esiste una risposta, è un po’ come l’uovo o la gallina…
Ad esser sinceri, non ho molta fiducia nell’educazione alla lettura, quella che fanno a scuola, quella portata avanti da volenterosi docenti con le migliori intenzioni (che adesso, a trent’anni, riconosco)e che tuttavia, agli occhi della maggior parte degli studenti, appare solo come una costrizione.

Lo dico perché l’ho vissuto in prima persona: io ero una che leggeva, e quando il nostro docente di lettere arrivò in classe dicendo che avremmo dovuto leggere Conversazioni in Sicilia di Vittorini, io ho avuto un moto di ribellione nonché una vaga voglia di buttarmi giù dalla finestra. Non era il libro per me, l’aveva scelto qualcun altro, come potevo iniziare la lettura di un libro, quel rapporto intimo e viscerale, avendo saltato il dolcissimo preliminare della scelta?

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Questa foto l’ho presa su Pinterest: https://www.pinterest.it/pin/682013937292805457/

Non andò bene, infatti. Da brava rivoluzionaria in erba quale ero, riuscì a resistere ancora per Cristo si è fermato ad Eboli e Il giardino dei Finzi-Contini ma a Il Gattopardo dissi no, basta, io non leggo più libri imposti.

Mi riservo di scrivere davvero un post dedicato solo alla voglia di leggere, perché è un argomento complicato che merita uno spazio dedicato, qui e adesso posso dirvi che, dal mio punto di vista, la voglia di leggere c’è oppure non c’è.

Io sono nata e cresciuta con la voglia di leggere addosso, il libro letto alla lucetta del comodino, la sera, per addormentarsi io ce l’ho da sempre e sarebbe strano per me non averlo. Quindi non so come si faccia a diventare lettori, posso azzardare ipotesi, dare qualche consiglio, ma sono profondamente convinta che la voglia di leggere si apprenda come una lingua madre, senza neppure rendersene conto.



L’infallibile metodo L.M.Tp. per conciliare studio e letture!

Qui di seguito elencherò tre momenti per me fondamentali per racimolare tempo da dedicare alla lettura. Potranno sembrarvi banali o poco gestibili, ma vi assicuro che funzionano.

Conciliare studio e letture: Letto

Il letto è il migliore amico di un buon lettore, questo nessuno potrà mai togliermelo dalla testa.

Eh ma la sera sono stanc* e ho sonno. Tutti siamo stanchi e abbiamo sonno, alla sera. Ma chi ha davvero voglia di leggere viene preso da quella strana voglia di cui dicevo prima, non vediamo l’ora di metterci il pigiama e tuffarci nella lettura, fosse anche per qualche minuto.

Poi arriva il sonno, è vero, perché arriva. Alcuni indomiti lettori resistono finché non sono le palpebre a chiudersi da sole, altri, più metodici, finiscono il capitolo, la pagina o il paragrafo. L’importante è aver portato avanti, anche solo di poche pagine la storia di cui non vediamo l’ora di sapere tutto.

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Conciliare studio e letture: Metropolitana (o Mezzi in generale)

Sui mezzi come luogo per leggere ero scettica, devo dirlo, ma mi sono ricreduta, basta solo un po’ di organizzazione.

Il primo motivo per cui i mezzi sono deprecati come luoghi destinati alla lettura credo sia il tempo: eh ma ci sto su solo venti minuti, che mi metto a tirar fuori il libro?
Sì amici miei, tirate fuori i vostri libri, fosse anche per dieci minuti, perché quei dieci minuti sono i dieci minuti che faranno la differenza.

Ho iniziato a praticare la lettura in metro una volta trasferitami a Milano, nell’ormai lontano 2014: ricordo perfettamente una copia di Amleto, custodita dentro la mia borsa che timidamente ha iniziato a venir fuori, prima solo qualche volta, poi via via sempre più spesso finché è diventata una consuetudine. Allora frequentavo un master che era lontano da casa ben quaranta minuti di metro e su quella metro, per quei mesi, ho letto tantissimo.

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Il problema dell’organizzazione, dicevamo. Qui a Milano (ma immagino ovunque) e soprattutto in ora di punta, la metro può essere un inferno. Scenario da carro bestiame, per intenderci. Eppure, sono riuscita a leggere anche con zero spazio vitale attorno a me.

Il segreto è tenere il libro a portata di mano o addirittura tirarlo fuori dalla borsa già sulla banchina. Così, quando saremo pressati contro la ascelle di qualcun altro non dovremo metterci a ravanare in borsa, ma avremo già il nostro libro fra le mani, pronti per assumere una dignitosissima posa plastica e iniziare a leggere.

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Conciliare studio e letture: Tempo perso

Mi capitava, e mi capita tutt’ora, di perdere tanto tempo a far nulla.

Stanchi dalla scuola, dalle lezioni all’università, reduci da un esame o da una giornata di lavoro, vogliamo solo stenderci e spegnerci.
Lo capisco perfettamente, dopo certe giornate in ufficio mi ritrovo magicamente stesa sul letto, già in pigiama, tv accesa e sguardo assente.

Spesso sono troppo stanca e non ho davvero voglia di mettermi a leggere, ma altre volte mi forzo un po’, prendo il libro, lo apro, leggo un paio di righe, lo poso, lo riprendo e poi via, la voglia di leggere mi prende e non c’è stanchezza che tenga.

Il tempo perso è una componente della vita di chiunque, ma è un potenziale inespresso, è tanto tempo delle nostre vite che potremmo decidere di impiegare in altro modo.
E’ chiaro, quando si è stanchi si è stanchi, ma molte volte più che stanchi siamo oziosi e indolenti e basta pensare un po’ alla storia che ci aspetta dentro al libro per smuoverci dal nostro torpore.

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Conciliare studio e letture: un’ultima variabile, il fine settimana

Il fine settimana è un tema un po’ scottante. Per molti è la valvola di sfogo, sono i giorni in cui si fa ciò che non si può fare durante la settimana (bere, ballare, tirare tardi, correre, nuotare, andare in bici, e così via). Tuttavia, al pari delle varie attività a cui possiamo decidere di dedicare il nostro fine settimana, potremmo decidere di ritagliare un po’ di spazio per la lettura.

So che, soprattutto se si è in coppia (a meno che non dividiamo la vita con lettori altrettanto accaniti) non è facile da gestire, ma così anche se si vuole trascorrere del tempo con gli amici: se si va al parco in coppia o in compagnia di amici non è carino mettersi in un angolo a leggere.

Anche in questo caso torno sul fattore tempo perso, ovvero su quei tempi morti fra un’attività e l’altra che potremmo sfruttare per leggere.
Ad esempio: il sabato mattina il mio consorte non si sveglia prima delle 11 o 12, così che tutta la mattinata del sabato io la utilizzo per fare le mie cose, studiare, leggere, o scrivere per il blog. Quando ero ggiovane e uscivo la sera, altro esempio, ricordo che spesso mi mettevo a leggere in quel lasso di tempo che trascorreva fra la fine della cena e l’orario in cui sarebbero passati i miei amici a prendermi.



E poi che dire delle domeniche pomeriggio invernali, eh? Ma che volete fare durante quelle lunghe ore fredde se non affondare in un divano, una poltrona, un letto, e leggere fino alla fine del libro?

Tutto quello che avevo da dirvi e da consigliarvi su come conciliare studio e letture ve l’ho detto. Se avete metodi più infallibili del mio infallibilissimo L.M.Tp., scrivetemelo nei commenti 🙂


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Una risposta a “Come conciliare studio e letture? | Il metodo L.M.Tp.”

  1. Concordo sulla ribellione ai libri “obbligati” a scuola… io prima o poi rileggerò libri che a scuola ho odiato (Il nome della rosa, Svevo…) per vedere se, leggendoli per mia scelta, finalmente mi piaceranno. E Calvino, che essendo obbligato non ho letto per niente, e ora ne sento la mancanza.

    Comunque nel periodo in cui per aggiustamenti varii della vita avevo poco tempo per leggere, mi ritagliavo il tempo dove potevo: una mezz’oretta di primo mattino, dopo aver portato alla stazione la mia ragazza e prima di entrare al lavoro, e se lei poi tornava tardi leggevo mentre la aspettavo la sera alla stazione. E nell’appartamento durante i tempi morti.
    Pochissimo tempo, ma si faceva quel che si poteva…

    In un altro periodo, quando nel tragitto casa-lavoro avevo un paio di km da fare a piedi, se stavo leggendo un libro in formato digitale proseguivo la lettura durante la camminata, facendo attenzione a passanti, lampioni e semafori rossi, con l’applicazione kindle sul cellulare.
    Ho provato anche a coniugare “lettura” e “devo portare a passeggio il nipote nel passeggino finchè non arriva la babysitter”, ma l’infame si svegliava se mi fermavo a leggere e ho dovuto abbandonare il progetto.

    (Comunque ricordo in gioventù che a volte tornavo a casa da un sabato sera non esaltante e mi rifugiavo a letto a leggere Il piacere o Il conte di Montecristo… ritagliando tempo al sonno, ma quella è una costante)

    Invece un luogo ottimo per conciliare desiderio di lettura e “obblighi sociali”, per me, è anche il mare: personalmente leggo meno di quanto potrei, gettato su un telo a cercare di non squagliarmi al sole, ma è un buon compromesso tra il “passo la domenica sul divano a leggere” e il “dobbiamo andare fuori da qualche parte”.

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