Breve storia degli autori esclusi

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La tradizione di madre e figlia Mess prevede che almeno una volta l’anno si vada in libreria a fare incetta di libri.

Vivere in due città diverse ha reso un po’ difficile continuare la tradizione, ma ci organizziamo come possiamo, come quest’estate, quando mamma Mess è venuta qui a Sesto a trovarmi e abbiamo dedicato un’intera mattinata alla Feltrinelli di Monza (sì, avevo pensato a una libreria indipendente ma il 19 agosto erano chiuse, almeno quelle che conosco io).

La mattinata è stata molto gradevole e perfettamente aderente alla tradizione: io e mamma Mess entriamo in libreria e andiamo in perlustrazione per ore, non ci rivolgiamo la parola, non stiamo nemmeno vicine perché leggiamo libri diversi. Poi alla fine ci ricongiungiamo, ciascuna con una piccola pila di libri in mano.

Quest’anno, però, il mio sguardo era diverso, e adesso vi racconto il perché.

 

– TEMPO DI LETTURA 3 MINUTI –

 



 

Grazie a @letteraturaeturpiloquio e alle varie ricerche portate avanti per l’università nell’ultimo anno, il mio andare in perlustrazione è molto cambiato. Non mi interessa più leggere seguendo l’ispirazione del momento, voglio leggere di argomenti specifici, di autori specifici, di situazioni specifiche.

È davvero difficile da spiegare, e immagino che a molti possa sembrare una specie di auto limitazione, ma pensare di leggere qualcosa che ricade al di fuori dei campi di cui ambisco a diventare esperta, mi fa assalire dall’orrenda sensazione di perder tempo. Immagino che vista sotto un’altra prospettiva possa trattarsi semplicemente di gusti.

 

breve storia degli autori esclusi
Photo by Becca Tapert on Unsplash

 

Ecco, i miei gusti, ultimamente, mi spingono verso autor* poco mainstream, african*, asiatic* o sudamerican*, quell* che non sono in classifica, quell* che non vincono i premi (in realtà li vincono ma vincono i premi che non fanno notizia).

Con mio sommo sgomento, ho trovato pochissimo di tutto questo durante la mia puntata in libreria con mamma Mess.

Volevo approfittarne per recuperare qualcosa di Chimamanda Ngozi Adichie ma nada, i romanzi esauriti, i saggi c’erano ma erano quelli che avevo già letto, alla fine ho ripiegato su un’edizione inglese di Americanah.

 



 

Ho poi trovato un libro di Ibrahima Balde e Amets Arzallus Antia, che in realtà è la storia di Ibrahima messa per iscritto da Amets Arzallus Antia. Il libro si intitola Fratellino e parla della vera storia di Ibrahima Balde, del suo viaggio dalla Guinea all’Europa.

Ho trovato poco altro. Cercavo Lemebel, cercavo libri che parlassero di altro, che non fossero polpettoni americani o storie su famiglie borghesi disfunzionali (senza nulla togliere eh, ma tornando al punto precedente, sono gusti).

 

breve storia degli autori esclusi
Photo by Tbel Abuseridze on Unsplash

 

Guardandomi intorno, dentro una libreria di medie dimensioni, appartenente a una delle maggiori catene italiane, mi chiedevo dove fosse l’altra parte della storia, del racconto, dove fossero tutte le voci che non somigliano alla nostra.

Il problema, chiaramente, non è solo di quella libreria o di quella catena, è di tutto il sistema editoriale e delle regole con cui deve o vuole scendere a patti. Alcun* autor* neppure arrivano in Italia, neppure vengono tradott*.

 

Leggi anche: Comprare libri usati su Libraccio

 

Quest’anno ho avuto la fortuna di leggere autor* che ho trovato straordinar* e rivoluzionar*, ma ho potuto conoscerl* solo perché conosco la loro lingua madre e posso leggere le opere originali. Ma chissà quanti autor* di lingua francese, tedesca, olandese, cinese, coreana, mi sto perdendo!

Vi lascio con un post Instagram andato online lunedì che si ricollega a questo argomento: una carrellata di 6 autor* ispanoamerican* (per la maggior parte cilen*, ma ce ne sono anche di argentin* e cuban*) conosciut* poco o per niente in Italia. Due di loro non sono ancora mai stat* tradott*:

 

autor* ispanoamerican* poco conosciut*

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