Chi è Pedro Lemebel

pedro lemebel
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Scrivere di Lemebel è difficile. Tutto quello che ho sempre fatto per scrivere di altri autori per lui diventa inutile. Potrei dirvi dove è nato e da chi, cosa ha studiato, quel è il suo contesto storico, ma ancora, non vi starei dicendo abbastanza di lui.

Pedro Lemebel è un autore cileno, è vissuto fra 1952 e il 2015 a Santiago, Cile, ha scritto moltissime cronache e un solo romanzo, ha lavorato in radio, ha insegnato, è stato allontanato dall’insegnamento per la sua omosessualità, ha creato, insieme a Francisco Casas, il duo artistico Las Yeguas del Apocalipsis (“Le cavalle dell’Apocalisse”), con cui ha messo in scena performance come questa (il cui titolo, tradotto è Quel che l’AIDS si è portato via):

 

pedro lemebel lo que el sida se llevó

– TEMPO DI LETTURA 3 MINUTI –

Pedro Lemebel | Cosa ha scritto

E ancora non sarebbe abbastanza. Potrei dirvi che ha scritto circa 7 raccolte di quelle che lui chiama crónicas, che alcune delle sue opere sono state pubblicate postume. Potrei dirvi che la mia crónica preferita parla di una donna transgender che vuole essere come Madonna.

Ho registrato alcune storie su Instagram e un breve video in cui leggo parte di una crónica pubblicata in Di perle e cicatrici (edito in Italia da Edicola Ediciones). Se vi va, la trovate qui.

È una crónica che parla del Cile di Pinochet e del ritorno alla democrazia. E dentro c’è tutto. Memoria, per chi è sparito nel nulla, torturato con pungoli elettrificati, morto, sotto il regime di Pinochet. C’è critica sociale, c’è analisi. C’è un salotto bene che nasconde orrori. C’è una donna amata, idolatrata, la regina della scena culturale del Cile dittatoriale che diventa poi il convitato di pietra delle riunioni di intellettuali nel Cile che torna democratico. C’è forse anche pietà? Forse solo descrizione di una miseria.

 



 

Dentro Di perle e cicatrici c’è una crónica che parla di uno stupro. È scomoda, mette a disagio, non vorresti mai leggerla. Lemebel ti racconta il prima, il durante, il dopo. Ti racconta tutto. Ti racconta lei che si veste come le pare, che va in giro dove le pare e ti racconta il branco, lo scherno, lo stupro che è una punizione sociale, collettiva. Quando l’ultimo stupratore si rialza chiudendosi la zip, scrive. La ragazza si rialza, torna a casa, non crede che la gente del quartiere non abbia visto né sentito quel che le stavano facendo.

 

pedro lemebel lo que el sida se llevó
Lo quel el sida se llevó. Fotografia realizada en 1989, estudio de Mario Vivado, Rapanui 228 de Recoleta en Santiago de Chile, a Pedro Lemebel y Francisco Casas

 

Pedro Lemebel | Las locas

Le locas di Lemebel sono creature viscerali. Sembra che vengano fuori direttamente da un dentro oscuro e nascosto

Sono donne transgender, vivono in quartieri popolari, si arrangiano come possono, si prostituiscono, molte muoiono di AIDS.

In Loco afán. Crónicas de sidario (non ancora tradotto in italiano), Pedro Lemebel racconta dell’epidemia di AIDS degli anni Ottanta-Novanta e di tutte le vite portate vie. Racconta di tutto un ecosistema luccicante che un giorno si guarda e si vede svuotato, sono rimaste solo sopravvissute.

In Pedro Lemebel l’AIDS è una malattia politica. È una malattia che viene da fuori, qualcuno l’ha portata, non apparteneva né al Cile né alle locas.

 

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Qualcuno porta il virus che inizia a circolare, che le fa cadere, una per una. C’è una crónica in cui una loca che è sempre molto attenta a proteggersi, si trova davanti l’opportunità di guadagnare molti soldi andando con un cliente facoltoso, ma non ha alcun profilattico con sé. Il momento della scelta è il simbolo di un sistema economico neoliberista, quello cileno, che impone scelte senza imporle. Così la loca decide di andare con quell’uomo, anche senza protezione, per una volta, cosa vuoi che succeda. Perché i soldi le servono. Non è per avidità, è per sopravvivenza.

 

pedro lemebel
Pedro Lemebel al Gay Pride di New York del 1994

 

E non vi ancora detto abbastanza, davvero.

Non vi ho ancora detto di tutto quello che, se fossi una blogger seria e professionale eviterei accuratamente di scrivere: di quello che ho provato, di quanto ho pianto, di quanto mi sono sentita arrabbiata, sopraffatta, di quanto mi sono sentita compresa, da questa persona lontanissima, mai conosciuta, che parla di tutti quelli che non hai mai avuto voce.

 

pedro lemebel

 

Vi dico un’ultima cosa, forse l’unica che può rivelarci davvero chi è Lemebel: nel 2019 in Cile si sono verificati durissimi scontri fra la popolazione e le istituzioni, lo hanno chiamato Estallido social (“l’esplosione sociale”), la miccia è stata l’aumento del prezzo del biglietto della metro che ha portato a manifestazioni, a richieste, a una nuova Costituzione. E in quei giorni, nonostante fosse già morto da 4 anni, Lemebel è comparso per le strade di Santiago, insieme ai cileni: tantissimi murales, scritte, cartelli in cui c’era il suo nome, una sua frase, la sua faccia, la sua memoria.

 

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