Il mio Bookcity | Nadia Fusini, Liliana Segre e una festa

bookcity milano 2018
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La scorsa settimana Milano ha ospitato Bookcity, una bella manifestazione che va avanti da ormai sei anni e grazie alla quale hanno luogo, ogni anno, meravigliosi incontri sulla letteratura e sui libri.

Non avevo messo in conto di partecipare a nulla, devo dirlo. Lavoro e abito fuori Milano, raggiungere la città non è questo gran viaggio ma spesso e volentieri mi scoccia da morire e rinuncio in partenza.

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[Fonte: Bookcity Milano Gallery 2018]

Poi, mi è arrivata una newsletter che annunciava la presentazione di Frankeinstein 1818, edito Neri Pozza, con la partecipazione di Nadia Fusini. E se Nadia Fusini chiama, io rispondo.

– TEMPO DI LETTURA 3 MINUTI –

Quando mi sono trasferita a Milano, quattro anni fa, ero sempre in giro, affamata di Milano, trovavo sempre qualcosa da fare. Ricordo ancora un mini-concerto fatto dai Verdena alla Feltrinelli di piazza Piemonte, io che correvo là nel tardo pomeriggio, appena uscita dal master.

Adesso è un po’ diverso, ci vuole qualcosa di assolutamente imperdibile per trascinarmi a Milano. Sarà che sono più vecchia, sarà che Milano la vivo già da quattro anni, sarà che nella mia periferia ho trovato la mia dimensione…

La cosa assolutamente imperdibile, questa volta, è stata, come dicevo, Nadia Fusini. Ho letto tantissimi suoi libri e li ho amati tutti: ha scritto di Shakespeare, di Elisabetta I, di Virginia Woolf

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[Fonte: Bookcity Milano Gallery 2018]

Così sono uscita prima dal lavoro e sono andata all’incontro che si è svolto venerdì sera all’Università Cattolica – o in Cattolica, come direbbe un vero milanese…



Sono arrivata all’incontro con mezz’ora di ritardo e durante tutto il tragitto ho pensato ma no non ce la faccio, tanto vale andare a casa. Però c’era anche un’altra vocina che mi spingeva ad andare comunque e l’ho ascoltata.

Mi sono seduta in fondo, ho fatto un sacco di casino per togliere il giubotto e recuperare il mio quaderno dalla borsa e poi mi sono messa buona buona ad ascoltare la meraviglia che è sentire Nadia Fusini parlare di letteratura.

All’incontro era presente anche il traduttore di questa edizione del Frankeinstein, Alessandro Fabrizi, che si è alternato con Nadia Fusini, leggendo stralci dal testo.

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[Queste due foto (bruttine, fatte col cellulare a 8km di distanza) le ho fatte io. Immagino che a nessuno verrebbe mai in mente di utilizzarle, ma, in ogni caso, prima chiedete: amaranthinemess@gmail.com]

La particolarità di questa nuova edizione e traduzione del Frankeinstein di Mary Shelley è la fonte: non, come si è sempre preferito, la versione del 1831 rivista e corretta dall’autrice ma quella, appunto, del 1818.

Ho trovato questo articolo su Cattolica news in cui potete trovare tutte le informazioni che sono state date durante l’incontro su questa nuova edizione.

In coda all’incontro mi sono fatta coraggio e sono andata al tavolo a fare una domanda a Nadia Fusini: era probabilmente la mia unica occasione nella vita di parlare con lei di letteratura e ho voluto farlo, anche a costo di rendermi ridicola!

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Così ho alzato la mano e le ho proposto la mia interpretazione di Frankeinstein, interpretazione che lei ha prontamente bocciato, ma va bene così – è da venerdì che continuo a pensare io ho parlato con Nadia Fusini!

Domenica mattina è stata la volta della presentazione del libro di Liliana Segre Scolpitelo nel vostro cuore: si è tenuta al Castello sforzesco.

Sono arrivata con tre quarti d’ora d’anticipo, eppure ho fatto quasi un’ora di coda: c’era freddo, c’era tantissima gente e c’erano solo 200 posti disponibili per assistere alla presentazione.

Ma Liliana Segre merita l’attesa, la coda, il freddo, il rischio di rimanere fino all’ultimo in coda e poi di non poter assistere: alla fine ce l’ho fatta, sono entrata nella sala con altri 199 fortunati e ho assistito a una presentazione lucida, spietata, umana, commovente come solo Liliana Segre è in grado di essere.



Ci ha raccontato delle leggi razziali, di come le ha vissute lei, bimba di 8 anni espulsa da scuola, ci ha raccontato di Auschwitz e della deportazione. Ci ha raccontato cose che non avremmo voluto sentire, come del numero che porta sul braccio e che non ha mai voluto cancellare o di suo papà, che ha visto per l’ultima volta appena arrivati ad Auschwitz.

Ho preso otto pagine di appunti e ho pianto per tutto il tempo.

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[Fonte: Bookcity Milano Gallery 2018]

Infine, una festa. Domenica sera al Santeria Social Club si è tenuta la festa concusiva di Bookcity di Saggiatore e io e il consorte siamo andati a dare un’occhiata.

Lui col suo whisky da degustazione, io col mio bicchiere di vino che basta che sa di vino, ci siamo ritrovati in uno stanzone da festa ma tutto sommato, nonostante tutte le nostre riserve verso la mondanità, non è andata male.

bookcity milano 2018 leggi anche il secondo ritorno di gallini

Si sono avvicendati sul palco un pessimo comico, un ottimo musicista sperimentale, un cantautorino col chitarrino e un cantante che credo sia abbastanza famoso e che ha un po’ fatto la prima donna (un tale Motta, a me sconosciuto).

Ma il momento più altro della serata è stato quando Federica (Malitia in Wonderland) mi ha fatto cenno di andare al banchetto perché i libri li vendevano a peso. Esatto: c’era una bilancia e il libro non lo si pagava il prezzo di copertina ma un prezzo stabilito dal peso.

Fu così che il consorte mi spinse a comprare La paura in occidente, che desideravo da quando è uscito e che sono riuscita a portar via con 5€ di sconto – affarista mode: on!

bookcity milano 2018 saggiatore

[Queste due foto le ho fatte io, se volete utilizzarle, prima chiedete: amaranthinemess@gmail.com]

Questo è stato il mio Bookcity: sono molto contenta di non aver ceduto all’indolenza e di aver partecipato a questi due meravigliosi eventi.

Come ho detto alla mia amica Martina: perché il mio mestiere non è girare per fiere ed eventi libreschi e fare la groupie di tutti i professori e critici letterari più fighi del mondo?



DISCLAIM

  • La foto di copertina l’ho presa dalla Gallery 2018 del sito di Bookcity Milano
  • Questo post non è stato sponsorizzato da Bookcity Milano né dall’associazione Groupie di Nadia Fusini.




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2 risposte a “Il mio Bookcity | Nadia Fusini, Liliana Segre e una festa”

  1. Non per infierire, ma sono curiosissima, devo DEVO chiederlo: quale interpretazione hai proposto di Frankenstein e con quali argomentazioni ha ribattuto la venerabile Fusini?
    (No davvero, è che ci sto scrivendo una tesi su Frankenstein, quindi tutto quello che riesco a trovare mi interessa).

  2. Che bello, c’ero anche io. Mi sarebbe piaciuto venire venerdì sera ma questo giro ci sono andata di domenica.
    Magari il prossimo anno possiamo metterci d’accordo per incontrarci…

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