Vladimir Majakovskij | Mi posi sulla testa un quartiere in fiamme

vladimir majakovskij
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Scrivere di Vladimir Majakovskij e del suo suicidio è stato provante, devo ammetterlo.

Tutto nasce dalla lettura di un piccolo saggio[1] in cui Trotsky parla della morte del poeta: da lì mi è venuto in mente di fare qualche ricerca e di proporre l’articolo alla redazione di Mangiatori di Cervello.

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Così è nato Vladimir Majakovskij: come una pioggia obliqua d’estate, un articolo in cui vi dico cosa ho letto sulla morte di questo straordinario poeta, quali cause sono state rintracciate, come sia stata la sua vita, il suo modo di fare poesia e soprattutto come l’oppressione del regime sovietico nei suoi confronti (che pure era il poeta della Rivoluzione!) ha influito sull’intera vicenda.

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Il 30 aprile 1930 Majakovskij si dà la morte con un colpo di pistola al cuore

Ha provato per tutta la sua vita (o quanto meno, da quando è diventato il cantore della Rivoluzione) a conciliare il suo spirito avanguardista e sperimentalista con le richieste del regime sovietico: solo l’arte realista è accettabile perché solo quella può essere capita dal popolo.

A leggere di questi fatti, torna un po’ in mente quel dualismo stupido popolo versus élite, in cui l’élite è tacciata di ostilità e senso di superiorità verso il popolo, ma il popolo è irrimediabilmente etichettato come incolto e grossolano.

Le etichette che sottendono questo dualismo tanto caro ai nostri governanti tarpano le ali sia agli uni che agli altri: l’élite, qualsiasi cosa faccia, rimane élite, e il popolo, inesorabilmente, popolo.

Vi aspetto su Mangiatori di Cervello!

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DISCLAIM

  • La foto di copertina è di Elena Spadafora, se vuoi utilizzarla prima chiedi: amaranthinemess@gmail.com
  • [1] Lev Trotsky, La vita è bella, Chiarelettere (2015)
  • Per la stesura dell’articolo Vladimir Majakovskij: come una pioggia obliqua d’estate ho consultato: Lev Trotsky, La vita è bella, Chiarelettere 2015; AAVV, Majakovskij : vita, poetica, opere scelte, Il sole 24 ore, 2008
  • Questo post non è sponsorizzato dal Partito dei Trotskisti Incazzati Uniti




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