Credo di aver utilizzato Chi ben comincia è a metà dell’opera anche lo scorso anno, esattamente per parlarvi dei libri letti a gennaio.
Abbiate pietà di me, dovrò trovarmi una nuova frase fatta che parli di un inizio ottimista e sorridente.
Frasi fatte a parte, gennaio è stato davvero un ottimo inizio: i libri che ho letto mi sono piaciuti tutti, mi hanno emozionata e mi hanno dato tanto di cui parlarvi. Vediamo insieme quali sono?
– TEMPO DI LETTURA 2 MINUTI –
Questa foto è di Elena Spadafora, se vuoi usarla, prima chiedi: amaranthinemess@gmail.com
Libri letti a gennaio ’19 | Uomini e topi, John Steinbeck
Nell’America degli anni Trenta due lavoratori stagionali, girovaghi e nullatenenti coltivano un sogno: avere una terra tutta loro da coltivare, con una piccola casetta e dei conigli di cui prendersi cura.
I due lavoratori stagionali sono Lennie e George, l’uno grosso, potente ma con una mente da bambino, l’altro piccolo ma sveglio e affezionato all’amico. Cosa ne sarà di loro?
I titoli di John Steinbeck non sono (ovviamente) mai casuali e ci rivelano sempre qualcosa sulla poetica che ha ispirato l’opera: come ne L’inverno del nostro scontento la fonte di ispirazione era stata un verso di Shakespeare nel Riccardo III, in Uomini e topi lo è un verso di Robert Burns, tratto da A un topo, cui avevo distrutto il nido con l’aratro (1785):
Ma, topolino, non sei il solo,
a comprovar che la previdenza può esser vana:
i migliori piani dei topi e degli uomini
van spesso di traverso
e non ci lascian che dolore e pena
invece della gioia promessa.
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Libri letti a gennaio ’19 | Naufraghi senza volto, Cristina Cattaneo
Cristina Cattaneo è un’antropologa forense dell’Università di Milano che si occupa dell’analisi e del riconoscimento dei cadaveri. Da qualche anno a questa parte lavora sui cadaveri dei migranti morti in mare e questo libro è il suo resoconto.
Di Naufraghi senza volto vi ho già parlato in questo post e in numerose storie su Instagram e vi ho detto quanto sia stato difficile per me scrivere questo post.
Ho provato ad assecondare ciò che a mio avviso rende straordinario l’opera di Cattaneo (l’opera tutta, non solo il libro): sottolineare che queste persone sono esseri umani, esseri umani che si spostano, che sono vulnerabili, che hanno paura, fame, voglia di farcela.
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Libri letti a gennaio ’19 | La rivoluzione, forse domani di Rosa Mangini
La Rivoluzione, forse domani è un libro che nasconde un mistero: la sua autrice è una donna di cui non si sa nulla, sulla quale si è cercato ma non si è riuscito a ricostruire nulla.
Il manoscritto di questo racconto lungo (datato 1941) è stato ritrovato per caso sulle bancarelle di un rigattiere e acquistato non tanto per il manoscritto in sé quanto per la cartellina che lo conteneva.
Una volta aperta la cartellina è stato ritrovato questo manoscritto, un altro manoscritto andato in parte perduto e dei compiti di scuola, corretti e firmati “R. Mangini”.
La donna del mistero ci consegna un manoscritto che è un piccolo gioiello: l’Italia fascista vissuta da un gruppo di giovani lombardi, la resistenza ai fascisti e ai nazisti che incombono, la resistenza anche ad un progresso selvaggio e una visione del mondo che minano i valori tradizionali della loro vita di campagna.
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Libri letti a gennaio ’19 | Marguerite di Sandra Petrignani
Marguerite Duras è una delle mie scrittrici preferite: era il terzo anno di università e io scoprivo un libro che mi avrebbe stregata per sempre, Le ravissement de Lol V. Stein.
Avevo già letto un paio di suoi libri ma la storia di Lol ebbe tutto un altro effetto su di me (complice anche lo studio per un seminario di letteratura francese: Marguerite Duras, Lol V. Stein e Jacques Lacan, una delizia).
Marguerite è un romanzo, l’autrice ci tiene a precisarlo. Tutto quello che riporta si basa sulla vita di Marguerite Duras ma è trattato come letteratura (ed è anche scritto molto bene).
L’unica cosa che mi lascia perplessa è che ogni periodo (o quasi) della vita di Marguerite Duras è descritto a partire dall’uomo o dagli uomini con cui stava in quel momento. Forse avrei preferito un focus diverso, o forse l’autrice ha solo voluto comunicare che l’uomo col quale si accompagnava era fortemente simbolico del periodo che stava vivendo… Non so, devo ancora rifletterci bene.
DISCLAIM
- Questo post non è sponsorizzato da nessuna delle case editrici citate né dal Comitato Chi ben comincia è a metà dell’opera
- Tutti i libri presenti in questo post sono stati da me personalmente acquistati ad eccezione di Naufraghi senza volto che mi è invece stato inviato gratuitamente dalla casa editrice