Momenti di trascurabile felicità | Palermo mia, portami via

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Quando l’aereo tocca terra ho in cuffia De André con Amore che vieni, amore che vai, fra le mani un meraviglioso libro di cui vi parlerò presto e dentro di me, forse, un’idea nuova della città nella quale sono appena atterrata, la mia Palermo.

Quando vi racconto di me nelle storie di Instagram, spesso vi racconto degli allineamenti astrali, ovvero quelle cose che mi succedono del tutto casualmente ma in modo così sincrono che sembrano dare forma ad una specie di disegno divino.

Ecco, la storia che sto per raccontarvi fa parte di uno di quegli allineamenti astrali.

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Sto per raccontarvi di quando, nel lontano maggio 2013 lessi Momenti di trascurabile felicità di Francesco Piccolo, di quanto lo scenario di quella lettura sia stata Palermo e del sentimento di languida malinconia che ne ricavai dall’insieme.

Quel sentimento è un po’ tornato a galla giusto qualche giorno fa, quando sono andata al cinema a vedere Momenti di trascurabile felicità, film di Lucchetti con protagonista il mio concittadino Pif. E come scenario, a sorpresa, Palermo.

– TEMPO DI LETTURA 3 MINUTI –

La cosa è stata sorprendente perché la città che fa da scenario al libro di Piccolo è Roma

Quando il film è iniziato e io ho visto un porto stranamente familiare e poi l’inquadratura ha iniziato a girare e ho visto uno skyline stranamente familiare ho tirato il braccio di Marco e ho sussurato (gridando, un sussurro gridato) ma è Palermo!

Momenti di trascurabile felicità (e poi il seguito Momenti di trascurabile infelicità) sono due libri davvero belli, poetici, divertenti che raccolgono momenti, scene, situazioni più o meno ricorrenti che suscitano gioia o infelicità nell’autore.

Sono di quei momenti di cui leggi e poi pensi è vero, succede proprio così.

Quando esci dal cinema e piove. E rimani con altri spettatori ad aspettare, senti cosa dicono del film. E poi c’è chi vuole provarci ad andare, che fa se ci bagniamo un po’; e va, correndo con la testa stretta nelle spalle. Chi dice aspettiamo, tra poco smette. Chi dice: ora piove meno (e non è vero); e va. Così, un po’ alla volta, correndo, se ne vanno tutti.

 

Momenti di trascurabile felicità, Francesco Piccolo, Einaudi (2010)

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I posti in cui vengono ambientate, nel film, le situazioni descritte da Francesco Piccolo, sono posti di Palermo che per la mia personalissima vicenda biografica riportano alla mente fugaci momenti di trascurabile felicità.



Così c’è il palazzo delle Poste centrali, un orribile palazzone di epoca fascista che ha torreggiato per tutta la mia vita sulle mie passeggiate in via Roma; c’è il porticciolo della Cala, uno dei miei posti preferiti di Palermo perché ti puoi mettere lì a guardare le barche e il mare, il tramonto, e perché una volta lì, ho festeggiato un compleanno clandestino, solo io e il mio amore segreto.

C’è via Paternostro, la via dell’Antica Focacceria S. Francesco, dove da piccola andavo con mio padre, che è anche la via di una casa in cui anni fa io e un’associazione di cui facevo parte organizzammo una festa di raccolta fondi: quella sera entrai in quella casa splendida che ci era stata concessa per l’occasione e sul frigo trovai attaccata una foto di Paolo Borsellino che lì era solo un uomo, un padre, in una scena di famiglia. Era gelosamente conservata nella solenna intimità che solo una calamita ed un frigo riescono a garantire.

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In quest’immagine la mia gatta Pallina e il suo apprezzamento per il libro. [Questa foto è di Elena Spadafora, se vuoi usarla prima chiedi: amaranthinemess@gmail.com]

Come avrete dedotto dal frizzante entusiasmo con cui ne ho parlato sino ad ora, il libro, io, ve lo consiglio tantissimo

Momenti di trascurabile felicità è uno di quei libri belli e appaganti che tuttavia non comportano alcuno sforzo intellettuale (e lo dico in senso assolutamente positivo).

Le situazioni che ci descrive Piccolo noi, in gran parte le conosciamo già, molte le abbiamo vissute in prima persona, eppure l’autore riesce a tirarle fuori dall’ordinarietà dell’esperienza collettiva e a renderle piccole pietre preziose che costellano la vita di ognuno di noi.

Riconoscere un momento di trascurabile felicità e dargli un nome è un atto che premia la nostra ordinarietà.

Se felicità è avere il lavoro dei nostri sogni, sposare l’uomo o la donna della nostra vita, avere figli sani e meravigliosi, sentirsi sempre bellissimi e super intelligenti, fare viaggi interminabili e pieni di stupore e chi più ne ha più ne metta, Francesco Piccolo ci dice che esiste anche tanta altra felicità più a portata di mano, e che per poterla vivere basta giusto aguzzare un po’ la vista.

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E poi la mattina appena può, da quando c’è il primo timido accenno all’estate, senza bisogno di alzare gli occhi  verso il cielo, ma soltanto sentendo un frammento di frase pronunciata da un passante, lei prende la macchina e se ne va al mare.

 

Momenti di trascurabile felicità, Francesco Piccolo, Einaudi (2010)

 

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Il film liberamente tratto da Momenti di trascurabile felicità e Momenti di trascurabile infelicità è appena uscito nelle sale

Il regista è Lucchetti (che, per quanto mi riguarda, con Mio fratello è figlio unico, del 2007, mi aveva già rubato il cuore) e il protagonista è Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto.

È liberamente tratto sia per l’ambientazione di cui vi dicevo, sia perché nei libri gli episodi sono tutti slegati fra loro, come veloci flash che illuminano tratti di una vita; nel film, invece, c’è una trama, una storia di fondo che tiene insieme il tutto.

A me il film è piaciuto molto, ma sarà anche che, come vi ho raccontato, ha toccato tasti strategici della mia memoria.

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Questa foto è di Elena Spadafora, se vuoi utilizzarla prima chiedi: amaranthinemess@gmail.com

Vedere le scene di quel libro sullo schermo e vederle ambientate a Palermo mi ha fatto anche un po’ ripensare al mio rapporto con la città in cui ho vissuto per 28 anni e che 4 anni fa ho abbandonato con la promessa di non farvi più ritorno: a volte, dipende come la guardi, Palermo è anche bella.

Mi ha dato orribili momenti di delusione, rabbia, abbandono (e ancora, a volte, me ne dà) ma mi ha regalato anche i miei personalissimi momenti di trascurabile felicità.

DISCLAIM

  • Tutte le immagini presenti in questo post (ad esclusione di quelle segnalate) sono state scaricate da Google immagini
  • Questo post non è stato sponsorizzato da Einaudi, Francesco Piccolo o dall’Associazione condomini di via Paternostro, Palermo



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2 risposte a “Momenti di trascurabile felicità | Palermo mia, portami via”

  1. Mi hai molto incuriosita. Sono contenta che con il tempo tu sia riuscita a trarre nuovi spunti e visioni dalla tua città, perché le radici è bello coccolarle un po’. Belli questi momenti, quello della ragazza che prende e va al mare mi parla molto 🙂

  2. Si sente tutto il tuo entusiasmo, mescolato a quel seme di nostalgia che mi fa sentire tanto vicina a te. Sempre bello leggerti.

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