Elizabeth ‘Lizzie’ Siddal | Quel che potremmo essere se non fossimo

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Ho da poco finito di scrivere un articolo per Mangiatori di Cervello dal titolo Lizzie Siddal è una poetessa (che potete trovare a questo link) e come è ormai consuetudine, pubblico qui sul blog un post riepilogativo di tutto il materiale letto per documentarmi.

In un post a parte, invece vi parlerò brevemente di due componimenti trovati all’interno di uno dei saggi letti: ve li ho letti su Instagram e vi sono molto piaciuti (trovate ancora quel video fra le storie in evidenza), così ho pensato di raccogliere testi, commento e una bozza di traduzione in un unico post (che vi linkerò qui non appena sarà online).

Il grosso problema di Lizzie Siddal è che è stata una modella. E le modelle, come vorrebbe il creder comune, oltre il posare non vanno. Lizzie invece ci è andata più in là, molto più in là: ha dipinto, e ha scritto e in questo post vorrei come al solito parlarvi dei testi che ho consultato per preparare l’articolo.

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Lizzie Siddal, donna della working class vittoriana, di origini modeste, commessa in una boutique e disegnatrice con velleità da stilista, ad un certo punto della sua vita incontra i Preraffaelliti.

I Preraffaelliti sono un gruppo piuttosto unito di pittori che rifiutano la norma dettata dalla Royal Academy (che si rifà alla pittura post-Raffaello, appunto) e mirano a recuperare, invece, il tipo di pittura che c’era prima di Raffaello, con annesso tutto l’immaginario medievale e cavalleresco.

tina modotti

Lizzie ne diventa la musa: il suo aspetto fisico è molto diverso da quello delle altre donne vittoriane, lo è anche il suo modo di vestire. Questo fa di lei la modella che ogni preraffaellita vuole per il proprio quadro.

– TEMPO DI LETTURA 3 MINUTI –

Libri su Lizzie Siddal

Non è semplice documentarsi su Lizzie Siddal. La pagina italiana di Wikipedia è piuttosto scarna, un po’ meglio ma ugualmente esile quella inglese, più o meno le stesse notizie su Enciclopedia delle donne.

Trovo che Wikipedia sia un ottimo mezzo per farsi un’idea su un personaggio o un argomento, ma ciò che trovo davvero prezioso è la sezione bibliografica delle singole pagine: lì si trova il vero tesoro.

Così sono giunta a Lucinda Hawksley e al suo Lizzie Siddal, il volto dei preraffaelliti (in Italia edito Odoya) che è forse l’unica biografia tradotta in italiano della pittrice e poetessa inglese.

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Ho poi scaricato da internet due saggi e letto un articolo su The Guardian che vi linko qui (l’articolo però, vi avverto, mi è parso particolarmente pointless).

Su The Guardian si trovano altri articoli interessanti che tuttavia non ho utilizzato per il mio articolo: li trovate qui, qui e qui.



I due saggi letti sono invece: Elizabeth Siddal: Critic of the Chivalric State e The sad, short life of Elizabeth Siddal Pre-Raphaelite model and artist di Lawrence B. Siddall.

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Infine, quando ho letto le due poesie su Instagram qualcuno di voi mi ha chiesto se esistano raccolte di componimenti di Lizzie Siddal: in italiano no, ho cercato in giro ma non ho trovato nulla.

Per quanto riguarda invece i componimenti in lingua originale è da poco uscita una raccolta a cura di Serena Trowbridge, una ricercatrice dell’Università di Birmingham che ha riunito, analizzato e annotato tutti i componimenti a noi pervenuti di Lizzie Siddal. Il titolo è My Ladys Soul.

 

DISCLAIM

  • La foto di copertina è scaricata da Google immagini e raffigura il quadro di John Everett Millais “Ophelia” (1852 – conservato alla Tate Gallery di Londra)
  • Tutte le immagini presenti in questo post (ad esclusione dell’immagine di copertina) sono state scaricate gratuitamente dalla pagina Wikimedia Commons dedicata ad Elizabeth Lizzie Siddal (https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Elizabeth_Siddal?uselang=it)
  • Questo post non è stato sponsorizzato dai Preraffaelliti redivivi



Una risposta a “Elizabeth ‘Lizzie’ Siddal | Quel che potremmo essere se non fossimo”

  1. … eppure io sento puzza di sponsor preraffaellita 😂😂😂
    Grazie per questo post e per aver condiviso le tue ricerche, ti do ragione: al di là dell’articolo (che volo subito a leggere) le fonti sono il vero tesoro!

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