La Tempesta di Shakespeare al Teatro Piccolo

la tempesta roberto andò
Share

Mercoledì scorso, io e il mio consorte, siamo stati al Piccolo a vedere La Tempesta.

Tutto è iniziato la settimana prima, quando mi trovavo in metro a Milano e ho visto la locandina che diceva: adattamento di Roberto Andò e Nadia Fusini. Del mio essere groupie di Nadia Fusini vi ho già abbondantemente parlato (soprattutto in questo post) quindi come avrei potuto non andare?

bookpride leggi anche le biblioteche più belle del mondo

Non ero mai stata al Piccolo e il Piccolo di Milano è davvero una leggenda: è stato emozionante già solo per quello, senza contare ciò che mi sono trovata davanti: uno spettacolo allestito da uno dei più importanti teatri di Palermo, il Teatro Biondo.

– TEMPO DI LETTURA 3 MINUTI –

Nella mia nuova vita milanese/brianzola (nuova, insomma, sono ormai quasi 5 anni) Palermo ha fatto spesso, inaspettatamente capolino

La mia città natale, in questi anni di lontananza mi ha fatto alcune belle sorprese e questa versione de La Tempesta di Shakespeare è stata una di quelle.

Ho ritrovato sul palco, oltre alla splendida regia di Andò, mio concittadino, alcuni degli attori palermitani e siciliani che più amo.

Oltre a Renato Carpentieri nel ruolo di Prospero e Vincenzo Pirrotta in quello di uno spendido Calibano, c’erano anche Paolo Briguglia (il fratello di Peppino Impastato ne I cento passi) e Gaetano Bruno (bravissimo interprete insieme sempre a Lo Cascio ne Il dolce e l’amaro un film Porporati del 2007).

la tempesta roberto andò

Immagino che la sorpresa di ritrovarmi davanti una produzione palermitana fosse solo mia perché il pubblico era in gran parte siciliano!



Adattamento sì o adattamento no?

Io sono per il sì, devo ammetterlo. Per la natura stessa di Shakespeare, per le sue opere, capaci di parlarci ancora, in modo vivissimo, 500 anni dopo essere state composte, sono dell’idea che non sia sacrilego adattarle.

Ne La Tempesta di Andò&Fusini l’adattamento, tuttavia, è presente ma non invadente. C’è, in alcune parti è più evidente, ma per la gran parte della commedia è molto sottile e ben gestito.

Il tempo de La Tempesta di Andò&Fusini è indefinito: sia gli abiti che gli ambienti non rimandano ad un secolo ben preciso, non c’è nulla che possa farci affermare è ambientato nel 1600 oppure è ambientato nel 1950.

la tempesta roberto andò

Il contemporaneo è qua e là inserito in un contesto temporale indefinito ed è portatore di significato, come quando, nella scena finale, Prospero si sfila la tunica che ha avuto indosso per tutta la commedia e indossa giacca e cravatta: sta per abbandonare il contesto selvaggio, esotico ed esoterico dell’isola e sta per tornare nella civiltà del suo ducato, a Milano.

la tempesta leggi anche classici per ragazzi

Calibano non è un buon selvaggio

Il preambolo de La Tempesta è fondamentalmente questo: Prospero, legittimo duca di Milano, viene spodestato ed esiliato dal fratello. Approda su un’isola semi deserta con la figlioletta, Miranda e lì trova Sycorace, una strega, e il suo figlio brutto e deforme, Calibano.

Alla morte di Sycorace, Calibano viene accolto da Prospero che però, di fatto, gli sottrae la terra in cui è cresciuto da solo con la madre, e il cui governo gli spetta di diritto.

Prospero invece colonizza l’isola: diventa il suo regno, lui ne è il governatore, la giovane Miranda, la pricipessa. E Calibano è per loro un servo dal quale si aspettano solo lealtà e riconoscenza.

la tempesta roberto andò

Ma Calibano li odia, e non cela affatto quest’odio, quando, per esempio, dice a Prospero:

M’hai insegnato a parlare, e questo è il frutto
so come maledirti, ora. Ti stermini
la peste rossa
per avermi insegnato la tua lingua!

La civiltà portata da Prospero sull’isola si scontra con la selvatichezza dell’indole di Calibano che rifiuta di essere servo muto del suo colonizzatore ma che, in questo adattamento di Andò, scoppia in un pianto lacerante quando l’unica famiglia che abbia mai avuto lo abbandona, andando via dall’isola.



La Tempesta è forse la mia commedia preferita del buon Will, è sempre molto emozionante vedere il buon Calibano, mio personaggio preferito, e questa versione di Andò e Nadia Fusini gli rende perfettamente giustizia.

DISCLAIM

  • Tutte le immagini presenti in questo post sono state scaricate dalla pagina dedicata a La Tempesta sul sito del Teatro Piccolo
  • Questo post non è stato sponsorizzato dal Teatro Piccolo né dal mio buon Calibano incazzato



Share

2 risposte a “La Tempesta di Shakespeare al Teatro Piccolo”

  1. No, solo il nome Fusini mi lascia correre un brivido lungo la schiena: ADORO! Sentirla parlare di letteratura vuol dire fare un viaggio. Ti consiglio vivamente la lettura del suo Vivere nella tempesta (e di quale tempesta si parli è ovvio) che apre orizzonti per me prima sconosciuti (anche perché le mie conoscenze shakespeariani sono di partenza limitate). “Invidio” la bella esperienza dello spettacolo. 👋🏻

    1. Non ho mai pensato di raccontare il teatro in un blog, per questo sono venuta a curiosare. Gli spettacoli teatrali mi emozionano sempre molto, ma abitare in una città di provincia non aiuta molto in questo. Grazie del coinvolgimento.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.