Vi racconto degli ultimi libri letti

ultimi libri letti

Non scrivo un post riepilogativo degli ultimi libri letti da gennaio, rendiamocene conto. Ma più che la voglia di condivisione poté la mancanza di tempo: il tempo libero nella mia vita, come molti di voi sanno, è millimetricamente suddiviso fra blog, università e varie ed eventuali.

In questi mesi ho letto poco: oltre alle letture di piacere/per il blog ho letto per l’università ed ho letto anche per la stesura degli articoli per Mangiatori di cervello. Insomma, diciamo che la pagnotta virtuale della lettrice forte me la sono comunque guadagnata, ma da gennaio ad oggi ho portato a casa solo 6 libri più una serie di articoli e saggi di cui però tralascio di darvi notizia.

i cento pozzi di salaha attah marcos y marcos

– TEMPO DI LETTURA 3 MINUTI –

I cento pozzi di Salaga di Ayesha Harruna Attah edito Marcos y Marcos

Lettura iniziata in febbraio, mi ha tenuto compagnia anche per alcuni giorni di marzo. 

Nonostante il lunghissimo tempo di lettura posso dire che questo libro mi è piaciuto molto.

Ve ne ho già parlato, per altro, sia in un post che in un video: nel Ghana precoloniale le vite di due giovani donne si incontrano e si intrecciano, svelando i tanti piccoli meccanismi che muovono la vita del paese in quel periodo.

 

i cento pozzi di salaga ayesha harruna attah marcos y marcos
Questa foto è mia, se vuoi utilizzarla prima chiedi: amaranthinemess@gmail.com

I temi toccati da Ayesha Harruna Attah sono molti: le donne, il loro modo di vivere, il loro modo di rapportarsi a cose da uomini come la politica, il potere o il non-potere sul proprio corpo, la maternità, la subalternità etnica e quella di genere.



Il viceconsole di Marguerite Duras edito Feltrinelli

Avevo concluso gennaio con la lettura di Marguerite di Sandra Petrignani, una biografia di Marguerite Duras.

Avevo poi letto anche tutta una serie di articoli per scrivere l’articolo Marguerite Duras – L’amore che ama se stesso per Mangiatori di cervello e, da lì, mi era venuta voglia di leggere Duras.

Così, incuriosita dal fatto di aver scoperto, attraverso quelle letture, di un personaggio itinerante fra le storie di Duras – ossia Anne Marie Stretter, che si conosce ne Il viceconsole e si ritrova ne Il rapimento di Lol V. Stein, libro splendido di cui mi avrete sicuramente sentito parlare.

il viceconsole marguerite duras

Il viceconsole è una lettura difficile, ma normalmente difficile, come lo è qualsiasi testo scritto da Duras. Lo stile è onirico, spesso il lettore si chiede se la scena che sta leggendo è reale o sognata da qualcuno dei personaggi.

Ci sono storie che si intrecciano, storie indefinite senza inizio e senza fine, ci sono pensieri legati a descrizioni legate a opinioni legate a ricordi.

marguerite duras

Conversazione su Tiresia di Andrea Camilleri edito Sellerio

Camilleri è uno scrittore di cui non sono pratica, devo ammetterlo. Tanto apprezzo i Montalbano in tv, tanto poco sono incuriosita da quelli di carta.

Sarà che il genere giallo mi è raramente congeniale, sarà che la letteratura siciliana lo è altrettanto raramente, sta di fatto che prima di questo piccolo Conversazione su Tiresia, non avevo mai letto nulla di Camilleri.

C’è da dire che Conversazione su Tiresia è molto diverso dalle opere più conosciute di Camilleri: è una breve piece teatrale che lui stesso ha interpretato qualche mese fa al teatro greco di Siracusa. Poi Sellerio ha preso il testo, lo ha pubblicato, ed è venuto fuori questo libriccino molto gradevole seppure un po’ disorientante.

conversazione su tiresia andrea camilleri sellerio
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Camilleri parla in prima persona e dice di sé che è Tiresia, personaggio della mitologia greca che ha vissuto due grandi eventi nella sua vita: è stato trasformato da uomo in donna ed è diventato cieco. La cecità è stata una punizione inferta da Era, moglie di Zeus, e lui, il padre degli dei, per risarcirlo (non potendo annullare la punizione inferta dalla moglie) gli promette che lo farà vivere per ben sette generazioni.

Così Tiresia, oltre ad aver vissuto una doppia esperienza di genere, vive anche l’esperienza di un’esistenza lunghissima, grazie (o a causa) della quale, vede tantissime cose, brutte o belle che siano.




L’occhio più azzurro di Toni Morrison edito Frassinelli

Ricordo che la prima volta in cui ho sentito parlare di questo libro è stata in una serie tv su Netflix: le ragazze protagoniste della vicenda dovevano organizzare un gruppo di lettura e il libro scelto era L’occhio più azzurro di Toni Morrison.

Avevo segnato il titolo, ma tutto era finito lì. Poi qualche settimana fa il nome di Toni Morrison è nuovamente saltato fuori mentre studiavo traduzione sul libro di Franca Cavagnoli (di cui vi parlo un paragrafo più sotto). Così ho preso il libro in prestito in biblioteca, l’ho letto, l’ho amato e l’ho riempito di post-it.

l'occhio più azzurro toni morrison frasinelli
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In una storia fatta su Instagram un paio di giorni dopo aver cominciato la lettura vi dicevo: sarà che si parla (più o meno di razzismo), sarà che la voce narrante è una bambina, ma L’occhio più azzurro mi ricorda tantissimo Il buio oltre la siepe (non che i due libri abbiano qualcosa a che fare l’uno con l’altro, ma mi ispirano sentimenti simili, quindi forse per questo, li collego).




Libri per l’università: sto studiando traduzione

Come molti di voi sanno, ormai da quasi un anno ho deciso di intraprendere questa avventura folle del tornare all’università (pur avendo già laurea, master, lavoro a tempo pieno,…)

La materia che sto studiando in questo periodo (sperando di riuscire a finire il programma e quindi a sostenere l’esame a giugno) è Traduzione inglese e il primo libro del programma è La voce del testo di Franca Cavagnoli edito Feltrinelli, che consiglio a chiunque di leggere, anche a chi non fosse interessato alla traduzione nello specifico.

traduzione università cavagnoli morini
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La voce del testo è un libro poco tecnico e molto discorsivo in cui Cavagnoli spiega il suo mestiere di traduttrice, ma soprattutto in cui parla di libri e di letteratura e di quanto siano strettamente legate fra loro la letteratura tout-court e la traduzione. Bellissimo.

Ho poi letto anche Tradurre l’inglese di Massimiliano Morini edito Il Mulino, che, forse penalizzato dalla meraviglia che avevo appena finito di studiare, mi è sembrato un po’ sottotono: è un manualino leggero, molto più tecnico e “mirato” del testo di Cavagnoli e per questo anche molto meno insipiring.

DISCLAIM

  • Tutte le immagini presenti in questo post sono mie, se vuoi usarle prima chiedi: amaranthinemess@gmail.com
  • Questo post non è stato sponsorizzato da nessuna delle case editrici citate né da alcuno degli autori, vivi o morti che siano



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