Storie della buonanotte per bambine ribelli | 100 donne migranti che hanno cambiato il mondo

storie della buonanotte per bambine ribelli 100 donne migranti
Share

Giusto qualche settimana fa vi ho parlato in un video dell’ondata di ragazze magnifiche, speciali, sorprendenti che ha invaso la scena editoriale da qualche anno a questa parte e di quanto mi sembra che se da un lato raccontare le storie di donne fuori dal comune possa rappresentare un’ispirazione o una conferma che i limiti molto spesso sono solo convenzioni (e convinzioni) sociali, dall’altro raccontare solo lo straordinario e l’eccentrico sembra voler dire che invece l’ordinario e il comune non ha nulla da dirci e nulla da insegnarci.

 

 

Abbiamo tutti (più o meno tutti) accolto con benevolenza il primo volume di Storie della buona notte per bambine ribelli di Elena Favilli, ma tutto quello che è venuto dopo me lo sarei volentieri risparmiata.

Vuole il caso che è da poco uscito il terzo volume della saga delle Bambine ribelli (Storie della buonanotte per bambine ribelli – 100 donne migranti che hanno cambiato il mondo, ed. Mondadori, 209 pag., 19€) e ho voluto comprarlo (anzi, me lo sono fatta regalare dal consorte) per curiosità, per parlarne con voi, per aggiungere un pezzetto a quel discorso iniziato in video.

 

– TEMPO DI LETTURA 3 MINUTI –

Misurarci con donne straordinarie

Anche in questo terzo volume, le donne di cui si parla sono donne fuori dal comune, donne di cui si ricorda la storia per motivi precisi, il più comune è perché sono state bravissime a fare qualcosa che di solito era o è ancora precluso alle donne

Se da un lato questo rimarcare la straordinarietà delle vicende biografiche di queste donne può fornire un’ispirazione a altre (giovani) donne e inviar loro il messaggio che i lavori da maschi non esistono e che possono diventare tutto ciò che vogliono, dall’altro sembra ci si dimentichi completamente che non tutti al mondo abbiamo le stesse possibilità e ci si avvicina pericolosamente verso un terrificante e ormai stantio volere è potere

 



 

È vero che è un libro per bambini, ma da questo libro manca una dimensione fondamentale che è quella politico-sociale.

Ed è paradossale per un libro che persegue uno scopo essenzialmente politico, ossia quello di far passare un messaggio femminista. Chiaramente non puoi infarcire un libro per bambini di critica marxista, la dimensione politica poteva certamente essere semplificata, ammorbidita, non di certo dimenticata.

 

elena favilli storie della buonanotte per bambine ribelli 100 donne migranti che hanno cambiato il mondo
Elena Favilli – questa foto l’ho presa qui

 

Il rischio di avellere il discorso politico dalla celebrazione della straordinarietà di queste donne è creare dei mostri irraggiungibili e, contravvenendo al proposito per cui il libro è scritto, minare l’autostima e l’auto percezione delle donne che magari aspireranno anche a diventare astronaute, ma poi, qualora non ci riuscissero, si sentirebbero del tutto prive di scopo e importanza, perché gli è stato detto che il loro scopo è essere straordinarie e l’unico motivo per sentirsi importanti è l’aver raggiunto quella straordinarietà.

 

Storie della buonanotte per bambine ribelli leggi anche femminismo pop

 

Cosa intendiamo per migranti

Nell’introduzione al libro Elena Favilli ci dice che anche lei è una migrante perché si è spostata dall’Italia agli Stati Uniti per studiare all’università di Berkeley

Nonostante lo scopo del libro e della sua introduzione siano nobili, mi sembra si sia cercato di raggiungerli in un modo un po’ semplicistico, se non banale, spazzando via del tutto il problema centrale della migrazione oggi ossia che non tutti possiamo spostarci ovunque

È vero che lo spostarsi e il lasciare la propria casa, il proprio posto di appartenenza, ha una sua dimensione esistenziale e psicologica che ha un suo peso – io mi sono trasferita da Palermo a Milano, non ho cambiato continente e neppure stato eppure è stata un’esperienza provante – ma non possiamo appiattire il discorso sulla migrazione a spostarsi è un diritto umano.

Lo è, ma molte persone al mondo hanno già quel diritto. Il problema è che molte altre no.

 

Storie della buona notte per bambine ribelli 100 donne migranti che hanno cambiato il mondo
Cliccando sull’immagine verrete reindirizzati alla pagina Bookdealer dedicata a questo libro

 

Il problema che comporta la migrazione oggi non è tanto spostarsi da un luogo all’altro, quanto quello di spostarsi da un sistema all’altro.

C’è chi nasce dentro il sistema capitalista, ha tutto il diritto di starci e se è fortunato riesce anche a trarne ogni beneficio, c’è chi nasce al di fuori e a quanto pare non ha il minimo diritto anche solo di pensare di potervi entrare e di trarne gli stessi benefici.

Ora, io sono certa che a livello esistenziale e psicologico il trasferimento di Anna Wintour dall’Inghilterra agli Stati Uniti possa essere stato doloroso e faticoso ma non può esser preso come esempio all’interno di un discorso serio sulla migrazione perché Anna Wintour, politicamente parlando, non ha fatto altro che spostarsi da un punto A a un punto B dello stesso sistema capitalistico. Lei ci è nata e cresciuta dentro quel sistema, e ha tutto il diritto di restarci e di spostarsi dove vuole.

 



 

Fra le 100 biografie troviamo anche storie di vera migrazione, di donne che hanno bucato il sistema, che hanno fatto breccia nel muro e sono riuscite non solo ad entrare ma anche a fare cose straordinarie, ma il tutto è diluito con storie che non sono neppure un pallido esempio del tipo di migrazione che ci raccontano i tg e sulla quale ci accaloriamo tanto per cercare di stabilire se questa gente abbia il diritto di essere salvata o se va bene che muoia in mare, in un centro di detenzione o sotto un bombardamento.

Share

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.