Quest’anno, fra le mie letture di Halloween (che potete trovare tutte raffigurate qui) ho scelto anche Carmilla (qui per la trama), di Joseph Sheridan Le Fanu, un racconto pubblicato nel 1872 (circa 20 anni prima di Dracula) che parla di una vampira. Una vampira femmina.
Mi interessava molto leggere di un vampiro di genere femminile proprio perché nella mia vita da studentessa mi è capitato di imbattermi in analisi critiche della figura del vampiro (come outcast, come minaccia straniera) e volevo capire come tutto questo si declinasse in accompagnamento a una vagina e non ad un pene. Così, ladies and gentlemen, ecco a voi il mio commento a Carmilla di Joseph Sheridan Le Fanu.
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Carmilla arriva alla fine di un lungo processo che muta profondamente la figura femminile all’interno della letteratura inglese a partire, più o meno, dal Settecento.
A partire dal Settecento, all’interno della letteratura inglese, passiamo dalle eroine caste ma coraggiose alle fallen women vittime del loro stesso destino (che possono redimersi solo passando a miglior vita) alle eroine del romanzo gotico che sono intraprendenti al punto giusto, indipendenti al punto giusto ma mai del tutto eversive.
Tuttavia, il momento storico in cui Carmilla vede la luce, è molto particolare, soprattutto per l’Inghilterra: siamo in piena epoca vittoriana, un’età ambigua in cui, da un lato, la donna e la sessualità sono incasellate entro ristrettissimi canoni, dall’altro si fa avanti il femminismo della cosiddetta first wave (ovvero quello che si batterà, in primo luogo, per il suffragio universale).
Nell’epoca vittoriana ci si trova dunque da un lato ancorati a un’idea di donna sottomessa & felice, dall’altro si è esposti alla minaccia di una donna tutt’altro che sottomessa & felice che invece è incazzata nera e reclama a gran voce i propri diritti.
La sovversione dello status quo è a un passo, ragazzi miei. L’inglese W.A.S.P. (white, anglo-saxon, protestant) rischia di ritrovarsi in un terrificante mondo al contrario in cui le femmine hanno diritto di voto (e di chissà che altro!)
In questo quadro storico e sociale si inserisce anche un altro tassello, affatto secondario: l‘Impero. Quello di Vittoria non è un regno, bensì un impero, ci sono le colonie, là fuori da qualche parte, ed è necessario giustificare moralmente l’invasione di quelle terre: lo straniero è selvaggio, incolto, degenerato e va educato e riportato entro la giusta morale dell’Impero britannico.
Carmilla di Joseph Sheridan Le Fanu è tutto insieme: una giovane fanciulla che per una fortuita serie di eventi si ritrova ospite di una famiglia, si rivela essere un vampiro che seduce la giovane rampolla della famiglia e la vampirizza senza pietà.
Da dove cominciamo? E’ femmina (e questa è la sua prima colpa), mostra attrazione sessuale per un’altra femmina (non sia mai!), la seduce, le sussurra all’orecchio che sarà sua e le succhia via la vita mordendola sul collo. Tutto questo sotto gli occhi di forti uomini d’esperienza che riescono a ricomporre il puzzle solo alla fine e si adoperano per sopprimere la belva.
La belva, dunque, l’indomabile belva che è una donna straniera (Carmilla è ambientato nella Stiria austriaca ma Laura, la giovane vittima, è di origine britannica) portatrice di una sessualità non solo libera da ogni vincolo religioso ma per di più lesbica, che osa far deviare dalla morale la giovane rampolla di una famiglia per bene, pienamente inserita entro il suo ruolo di donna vittoriana timorata di dio.
Il vampiro in letteratura è una figura bellissima, di gran lunga più affascinante, rivoluzionaria e portatrice di significato di quello che ci ha fatto credere la Meyer col suo sbiadito Twilight.
Non sappiamo se l’intento di Le Fanu fosse scrivere qualcosa pro o contro l’emancipazione femminile, ma non è questo l’importante: anche in questo caso la letteratura ci dà testimonianza dei cambiamenti sociali e politici del proprio tempo e ci restituisce il ritratto vivissimo dei timori e delle ansie degli uomini di quel periodo storico.
Carmilla è una giovane vampira lesbica che irrompe nella normalità patriarcale ed eterosessuale di Laura e del suo entourage e la sovverte completamente. C’è un indizio, però, che mi fa pensare che Le Fanu volesse far altro oltre che denunciare la minaccia di una donna-belva libera dalle catene dell’identità di genere e del patriarcato: sul finire del racconto, Laura, che ne è la narratrice, ricorda Carmilla con sentimenti ambigui, di terrore e attrazione, repulsione e affetto. La vampira non ha solo seminato morte e distruzione, non ha solo terrorizzato e angosciato. In un suo particolarissimo modo è anche riuscita ad entrare nel cuore della sua vittima.
Tutto questo è perfettamente inseribile all’interno di una morale spaventosamente ingenua che nonostante l’epilogo terrificante non riesce ancora a concepire tutta la perversione portata da Carmilla.
Ma a questo punto mi chiedo (così come me l’ero chiesta in merito al sentimento che legava la Bella e la Bestia): la sessualità di Laura è la sessualità censurata di una donna schiava del ruolo che le ha appioppato il suo tempo? E Carmilla, le suscita affetto nonostante sia una belva o proprio perché lo è?
DISCLAIM
- Per la stesura di questo post ho consultato i seguenti saggi critici: Tiziani, Moreno. (2009). Vampires and vampirism: pathological roots of a myth. Antrocom : Online Journal of Anthropology. 5. | Kunnecke, Lucas (2015). Blood, Sex and Vampirism: queer desires in Stoker’s Dracula and Le Fanu’s Carmilla. Academia.edu | Lowczanin, Agnieszka (2007), Damsels and Demons: Trasgressive Females from Clarissa to Carmilla, in “Studies in English Drama and Poetry”, vol. III “Reading subversion and transgression” | Benson, Saler and Ziegler, Chalers A., Dracula and Carmilla: Monsters and the mind, Academia.edu; Signorotti, Elizabeth (1996), Repossessing the Body: Transgressive Desire in “Carmilla” and Dracula, in Criticism,Vol. 38, No. 4 (disponibile su JStor) | Gibson, Matthew (2007), Jane Cranstoun, Contess Purgstall: A possible inspiration for Le Fanu’s Carmilla, sul sito di University of Central Lancashire.
- Questo post non è stato sponsorizzato dal Movimento dei Giovani Ematofagi Uniti.
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Molto interessante! In effetti ora che ci penso la figura del vampiro è sempre maschile, e anche quando si verifica una “trasformazione” della donna vittima in vampiro tale trasformazione è sempre e comunque attuata dal vampiro maschio.