Romanzi sulla cucina | 4 libri (e 1 bonus) che mi hanno cambiato la vita

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Nel periodo natalizio mi trasformo in una cuoca-godzilla. Credo che dalle foto che posto sui social questo sia ormai chiaro. E proprio perché vi coinvolgo, anche solo visivamente, nell’elaborazione dei miei manicaretti natalizi, ho deciso di parlarvi un po’ di quest’altra passione, oltre quella per i libri, che ho per la cucina.

Quando ero più giovane, più dinamica, ma soprattutto, avevo più tempo cucinavo tantissimo. E cucinare mi rendeva molto felice. Ma amavo anche leggere romanzi sulla cucina, storie che mi portassero dentro le cucine degli altri e mi raccontassero cosa succedeva là dentro e cosa si cucinava di buono.

– TEMPO DI LETTURA 2 MINUTI –

Chocolat appartiene a quel periodo della mia vita in cui la cucina era la mia identità. Mi ero creata questo personaggio un po’ sciamanico di adolescente chiusa in cucina a preparare dolci per amici e parenti e mi ci trovavo molto bene.

Era certamente una dimensione solitaria, ma la solitudine non mi ha mai fatto troppa paura. Chocolat, libro di Joanne Harris del 1999, è un romanzo sulla cucina e sul sentimento del cucinare.

Grazie ai libri di cui vi sto parlando ho imparato che cucinare, atavicamente, non è mai solo preparare del cibo, si porta dietro tutta una serie di valenze e simboli che è davvero bene ricordare mentre si cucina.

In Chocolat, la protagonista Vianne, è una donna molto diversa dallo standard femminile del suo tempo: non ha fissa dimora, gira in continuazione con al seguito la sua figlioletta, sceglie un luogo e lì si stabilisce giusto per qualche tempo. Vianne porta le scarpe rosse, non ha un marito e soprattutto prepara la cioccolata. la prepara in ogni modo possibile e ciascuna preparazione serve a uno scopo, è come una medicina.

romanzi sulla cucina chocolat joanne harris

Questa foto è di Elena Spadafora. Se vuoi utilizzarla, prima chiedi: amaranthinemess@gmail.com

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La storia di Chocolat è nota (anche grazie al film con Juliet Binoche e Johnny Deep): Vianne riesce piano piano a guadagnare la fiducia e la simpatia degli abitanti del paesino in cui si stabilisce e in cui apre la sua cioccolateria, ma il cattolicissimo sindaco continua ad osteggiarla finché non viene trovato esausto, addormentato, all’interno della vetrina di Vianne, che ha distrutto nella notte.

Quando tutte le storie con cui Vianne viene in contatto vanno al loro posto lei sente che è ora di andar via di nuovo, verso un nuovo posto in cui poter aiutare le persone grazie al potere straordinario del cioccolato.

 

Come l’acqua per il cioccolato l’ho conosciuto da piccola, attraverso il film. Dopo anni, poi, in quel medesimo periodo in cui io e la cucina eravamo un corpo e un’anima, ho trovato il libro e l’ho letto voracemente. Ricordo la dedica che feci all’inizio di un mio racconto (sì, a quell’epoca scrivevo anche): A Tita, al suo amore nella morte e alle battaglie vinte o anche solo combattute.

Come l’acqua per il cioccolato e anche lui un romanzo sulla cucina. È ambientato durante la rivoluzione messicana e parla di Tita, appunto, condannata a non sposarsi mai perché la madre vuole che la assista sino alla sua morte. Purtroppo avviene che Tita si innamori moltissimo di un uomo che la ricambia e che decide di sposare la sorella pur di rimanerle vicino.

Tutto il libro parla dei sentimenti di Tita, espressi attraverso ciò che cucina: se mentre cucina è triste il cibo che servirà farà star male tutti, se Tita è emozionata per un mazzo di rose donatele da Pedro, il cibo che cucina donerà ai convitati un desiderio e una voluttà mai provati prima.

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Queste foto sono di Elena Spadafora. Se vuoi utilizzarla, prima chiedi: amaranthinemess@gmail.com

La storia di Tita non finisce bene e non finisce male. Il finale di questo romanzo sulla cucina è magico, come lo è lo stile con cui è scritto: come dicevamo quando abbiamo parlato di Cent’anni di solitudine, realismo magico non è solo Marquez.

Come l’acqua per il cioccolato di Laura Esquivel è pieno realismo magico ed è una storia che ha fatto sognare moltissimo quella Elena di 15 anni fa che sembrava non avere paura di niente.

 

Kitchen confidential l’ho letto all’ultimo anno di università. Ricordo che stavo preparando l’esame di Letteratura spagnola 3 e fra un Quevedo e un Garcilaso mi concedevo un po’ di Bourdain, giusto per tornare coi piedi per terra.

Avete presente tutto l’idillio culinario che vi ho descritto sino ad ora? Bene, prendetelo e buttatelo nel cesso!

Scusate il linguaggio, mi adeguo soltanto allo stile di questo straordinario romanzo sulla cucina: Kitchen Confidential del da poco scomparso Anthony Bourdain.

Kitchen Confidential è un pulp. Non so se qualcuno l’abbia mai definito pulp ma io mi sento di farlo: non c’è filtro, siamo oltre il realismo più spinto, siamo alla descrizione compiaciuta della perversione e della decadenza. Se Vianne e Tita mi avevano accompagnata in cucine piene di magia e sentimento, Anthony Bourdain mi ha spalancato la porta scrostata di un cucinino sul retro di un ristorante lercio e mi ha detto Prego accomodati, ma attenta a quel che trovi sul pavimento.

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Questa foto è di Elena Spadafora. Se vuoi utilizzarla, prima chiedi: amaranthinemess@gmail.com

Dopo aver letto questo libro non avrete più tanta voglia di andar fuori a mangiare: in questo libro, a metà fra il diario personale, il reportage e il romanzo,  Anthony Bourdain ci porta in tutte le cucine in cui ha lavorato e in cui ha visto proprio di tutto (e ha partecipato a qualsiasi tipo di attività più o meno losca).

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Afrodita mi ha ricordato moltissimo la mia amata Tita. E c’è da dire anche un’altra cosa: se la scrittura di Laura Esquivel è gravevole, quella di Isabel Allende è sublime.

Anche in Afrodita leggiamo il mescolarsi di magia, cucina, sentimenti, sofferenze: Isabel Allende si diverte a raccontarci aneddoti sulla cucina e a darci ricette, il tutto non perdendo mai di vista il messaggio principale che è quello di vivere la cucina, di divertirsi cucinando (e vivendo, che è la cosa più importante).

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Questa foto è di Elena Spadafora. Se vuoi utilizzarla, prima chiedi: amaranthinemess@gmail.com

Le relazioni culinarie è il bonus, in quanto è un libro che ho acquistato da poco (dietro suggerimento di Iaia Guardo, se non la seguite, seguitela)e che quindi non ho ancora letto ma che mi sento, per la fiducia che ripongo in colei che l’ha consigliato, di inserirlo in questo piccolo excursus sui romanzi sulla cucina.

Le relazioni culinarie di Andreas Staikos racconta di una piccola guerra di cucina fra due vicini di casa che si contendono la stessa donna. I menù sui quali si sfidano sono spiegati minuziosamente e il ritmo del racconto è, a quanto pare, incalzante e ansiogeno (in senso buono).

Ho letto qualcosa in giro e ciò che mi ha decisamente rassicurata su quanto mi piacerà questo libro è una nota di Indipendent on Sunday che dice:

Ogni capitolo culmina con un dettagliato menù di seduzione. Le relazioni culinarie parla di cibo in modo non meno appassionato e sensuale di Come l’acqua per il cioccolato di Laura Esquivel, e merita un posto nella libreria di ogni buongustaio anche solo in virtù delle sue ricette.

Fonte: IBS.it

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4 risposte a “Romanzi sulla cucina | 4 libri (e 1 bonus) che mi hanno cambiato la vita”

  1. Non ho mai letto questi libri ma ora ne comprerò sicuramente almeno 1 nel 2019… mi attira molto come l’acqua per il cioccolato!

  2. Sono molto curioso di leggere almeno uno di questi libri che hai elencato…penso di iniziare da “relazioni culinarie”….per poi risalire… E complimenti per l’articolo scritto, si percepisce, con ardore.
    Ciao

  3. Da appassionata di cucina (e accanita lettrice) confesso di possederli e averli letti tutti.
    Non mi hanno cambiato la vita, ma sono state piacevoli letture.
    Ti manca “Ricette immorali”?

  4. Credo che, se mai, un giorno scriverò un romanzo, il cibo e la cucina avranno sicuramente una parte da protagonista.

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