L’origine di Babbo Natale | San Nicola, Odino e una capretta

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Stanotte arriva e porta i regali e mai momento mi è parso più propizio per parlarvi dell’origine di Babbo Natale che è antichissima: il caro Babbo ha cambiato veste, nome, forma innumerevoli volte nel corso della storia e attraverso le culture e proprio questo lo rende, a mio avviso, un personaggio davvero affascinante e interessante da studiare.

origine di babbo natale

Photo by Toa Heftiba on Unsplash

Se ci pensate la funzione di questo personaggio è piaciuta più o meno a tutti: c’è nel cristianesimo, nelle antiche religioni germaniche e sopravvive anche in aspetti del Natale più profani, consumisti e affatto legati a religiosità e spiritualità. Vediamo insieme qualcuno di questi cambiamenti?

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Fonte: Google immagini

L’origine di Babbo Natale: in principio fu San Nicola (se lo leggete con inflessione pugliese fa anche più ridere).

Ebbene sì, pare che l’origine di Babbo Natale sia da ricercarsi nella religione cristiana e nella figura del vescovo San Nicola (che solo successivamente è diventato Santo protettore di Bari).

Due cose mi fanno sorridere e morire di curiosità:

  • non so altrove, ma in Sicilia, San Nicola è una specie di Fatina dei denti: è colui che in tante notti della mia infanzia mi ha fatto trovare 1000 lire sotto il cuscino, tutte le volte che mi cadeva un dente.
  • il sincretismo religioso (di cui abbiamo accennato in questo post sulla mitologia nordica) può spingere la ricostruzione a ben prima dell’avvento del cristianesimo: nell’antica Roma più o meno nei giorni intorno al 25 dicembre si festeggiavano i Saturnalii, festa dedicata appunto al dio Saturno per ringraziarlo dell’abbondanza ricevuta durante l’anno; fra riti orgiastici e grandi abbuffate, ci si scambiavano anche dei doni.

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Photo by Jim Kalligas on Unsplash

Ma l’origine di Babbo Natale, quello che conosciamo noi? Il Babbo Natale più plasticoso, giocherellone, pacioccone e consumista è quello che si è sviluppato nella cultura anglosassone a partire dal XVII secolo.

Un veicolo formidabile di diffusione di questa evoluzione del personaggio di Babbo Natale è stato Canto di Natale di Charles Dickens che lo rappresenta come Spirito del Natale presente: ha un lungo mantello verde ornato di pelliccia ed è colui che, mutuando il nome olandese Sinterklaas verrà chiamato Santa Claus.

Una cosa che viene ormai detta da tutti ma che non è vera è che l’origine del Babbo Natale vestito di rosso è un’invenzione della Coca-Cola: sì, la Coca-Cola ha fatto una gran furbata ad appropiarsi della figura di Babbo Natale per una propria campagna (ne parla bene Nicola Lagioia nel suo Babbo Natale. Dove si racconta come la Coca-Cola ha plasmato il nostro immaginario) ma esistono rappresentazioni di Babbo Natale vestito di rosso precedenti quella prima campagna pubblicitaria (del 1931).

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Photo by Cris DiNoto on Unsplash

E ora l’origine di Babbo Natale germanic edition: il dio Odino e Yule (che ci spiega anche perché in alcuni paesi si appendono le calze al caminetto)

Nella tradizione germanica in principio, invece, fu Odino, la sua lunga barba bianca e la sua abitudine, durante il periodo di Yule (ovvero il Solstizio di’inverno), di scorrazzare per i cieli in groppa al fedele Sleipnir.

I bambini lasciavano le loro scarpe fuori dalla porta, piene di fieno per nutrire Sleipnir e Odino li ricompensava facendo trovare al posto del fieno doni o dolcetti.

Un’altra figura simpaticissima del folklore nordico è quello della capretta di Yule, una capretta che porta doni durante il periodo di Yule: le decorazioni di paglia a forma di capretta sono molto usate nel nord Europa proprio per questo motivo (esistono anche raffigurazioni di Babbo Natale in groppa a una capretta!).

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Photo by rawpixel on Unsplash

Il mio Babbo Natale non è mai stato particolarmente magico: ho smesso di credere alla sua esistenza abbastanza presto ma conservo un ricordo splendido della sera della Vigilia a casa dei miei nonni.

Insieme ai miei zii apparecchiavo un pezzetto del gigantesco tavolo di marmo che mia nonna teneva in soggiorno, mettevamo giusto una tovaglietta, un bicchierone di latte e qualche biscotto perché Babbo Natale sarebbe passato di lì, quella notte, e noi, per cortesia, gli lasciavamo uno spuntino.

Da piccola aprivo i regali la mattina di Natale (adesso rigorosamente la Vigilia a mezzanotte!) e ricordo ancora quando entravo a casa dei nonni e per prima cosa andavo a guardare il bicchiere di latte vuoto e le briciole di biscotti rimasti sulla tovaglietta.

E di quel momento ricordo lo stupore. Lo stupore che c’è per quei momenti della vita che esistono ma che i bambini non vedono mai perché c’è qualcun altro impegnato a creare per loro l’effetto, la sorpresa, la gioia, di nascosto, in silenzio, senza farsi scoprire.

DISCLAIM

  • La foto di copertina è di Samuel Holt su Unsplash
  • Per prepararmi a scrivere questo post (anche se poi ho molto divagato rispetto a ciò che è scritto nei libri) ho letto: Nicola Lagioia, Babbo Natale. Dove si racconta come la Coca-Cola ha plasmato il nostro immaginario, Fazi (2005) e Arnaud D’Apremont, La vera storia di Babbo Natale, traduzione di Silvia Angrisani, L’Età dell’Acquario (2005)
  • Questo post non è sponsorizzato dai vecchi nostalgici di Quando si credeva a Babbo Natale…




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Una risposta a “L’origine di Babbo Natale | San Nicola, Odino e una capretta”

  1. Mi piace sempre leggere come siano nate le diverse usanze. Sai che non sapevo che la Coca-cola si fosse appropriata dell’immagine di Babbo Natale, il color rosso però sta bene al paffuto vecchietto 🙂

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