Come viene voglia di leggere?

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Come viene voglia di leggere? è una domanda stupida nel 99% dei casi, ovvero in tutti quei casi in cui si ricerchi la voglia di leggere per motivi che hanno a che vedere con tutto meno che coi libri e con la letteratura.

C’è chi vorrebbe leggere di più per sentirsi più intelligente, chi per dare agli altri un’immagine di sé più intellettuale e sofisticata, chi perché è malauguratamente capitato in una compagnia di lettori, e quindi, per non essere da meno…

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Photo by Paul Hanaoka on Unsplash

Ciò che sostengo sempre è: la voglia di leggere è un’attitudine. E’ come preferire il caffè al te, la montagna al mare, cioccolato fondente o cioccolato al latte, pandoro o panettone. Non si impara, si ha.

Ma non si ha in modo innato, questo è certo. L’attitudine alla lettura va coltivata e va educata.

 

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E’ un discorso davvero difficile da articolare, ma voglio provarci perché mi è capitato spesso che mi si chiedesse come viene voglia di leggere: questo post non è dedicato a chi non legge mai e ad un tratto, come crisi di mezza età, gli viene il ghiribizzo di comprare un libro (e non perché ci sia qualcosa di male, semplicemente perché non saprei davvero cosa consigliare in quel caso).

I destinatari del mio post sono tutti quei lettori deboli che hanno tutta la volontà di leggere e per i quali la lettura riveste un ruolo importante nello svolgimento delle loro vite ma che per motivi X (che proveremo a capire) spesso si ritrovano a non leggere.

– TEMPO DI LETTURA 3 MINUTI –

Come viene voglia di leggere: il libro parlante, ovvero la scelta del libro giusto (non sempre il meno impegnativo) può essere decisiva

Molto spesso si consiglia a chi vuole riprendere a leggere o vuole incrementare il numero delle proprie letture di leggere qualcosa di poco impegnativo e/o breve.

E anch’io nei miei momenti di impasse da lettrice ho fatto ricorso a questa soluzione che tuttavia, almeno nel mio caso, non funziona.

Ne è stata dimostrazione l’estate scorsa: come vi ho raccontato nel post sulle letture estive, la scorsa estate mi sono un po’ bloccata e ho cercato di sbloccarmi pescando dalla mia libreria libri molto brevi e (apparentemente) poco impegnativi. Il risultato è stato un mucchio di libri lasciati a metà.

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Photo by MI PHAM on Unsplash

Il libro che ha poi svoltato l’estate, dopo il quale ho ripreso a leggere a pieno regime, è stato Cent’anni di solitudine di Marquez, non proprio una piuma di spensieratezza.

Cosa mi ha insegnato questa esperienza? Che non è il libro poco impegnativo a farci tornare la voglia di leggere, è il libro giusto, il libro che ci parla.

Esistono libri giusti al momento giusto, questo è assodato, e credo sia proprio questa la risposta alla domanda come viene voglia di leggere? Viene voglia di leggere assecondando i propri sé del momento.



Quando la voglia di leggere pare andata via per sempre quel che vi consiglio è: mettetevi davanti la libreria (vostra, dalla nonna, della biblioteca, di un negozio di libri) e spulciate. Non abbiate paura di dire no, questo non è il libro che fa per me. E non abbiate paura di dirlo né all’inizio né tanto meno a metà della lettura; questo è un po’ un tabù di noi lettori: non si lasciano i libri a metà! E chi l’ha detto? Continuereste a mangiare un piatto di pasta se, dopo averla assaggiata, il gusto vi risultasse cattivo? Io penso di no.

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Photo by Nicole Honeywill on Unsplash

Il buon Pennac ha scritto un libriccino molto bello e intelligente sul rapporto fra il lettore e i suoi libri (Come un romanzo, edito Feltrinelli, 2000) e direi che calza a pennello la citazione dei suoi diritti del lettore:

In fatto di lettura, noi lettori ci accordiamo tutti i diritti, a cominciare da quelli negati ai giovani che affermiamo di voler iniziare alla lettura.

  1. Il diritto di non leggere
  2. Il diritto di saltare le pagine
  3. Il diritto di non finire il libro
  4. Il diritto di rileggere
  5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
  6. Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
  7. Il diritto di leggere ovunque
  8. Il diritto di spizzicare
  9. Il diritto di leggere ad alta voce
  10. Il diritto di tacere

Come viene voglia di leggere: un passo indietro, ovvero il momento (della nostra vita) giusto per leggere

Lo stereotipo del lettore forte lo vorrebbe un po’ lunatico, estroso, un vero artista, ma in realtà io ho maturato un’idea del tutto diversa dei lettori forti che ho conosciuto nella mia vita: siamo estremamente metodici. Abbiamo i nostri orari, i nostri spazi, i nostri rituali.

La mia personalissima esperienza mi dice che nel momento in cui la mia routine di lettrice viene in qualche modo sconvolta, la voglia di leggere si perde.

Quest’anno, come vi ho raccontato nel post Un mese di pausa, ho cambiato casa e ho cambiato lavoro nel giro di una settimana. Sono certa che possa sembrare lievemente psicotico, ma quello sconvolgimento di orari e abitudini ha fatto sì che riprendessi a pieno regime il mio ritmo di letture soltanto due mesi dopo.

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Photo by Nicole Honeywill on Unsplash

Tutto questo per dirvi: non abbiate paura di un momento di pausa.

Se non state leggendo adesso, non significa che non leggerete mai più. Ascoltate voi stessi, la vostra mente, il vostro corpo: al pari di qualsiasi altra attività la lettura può stancare, può essere stucchevole. E il modo migliore per riprendere a leggere non è forzarsi, è aspettare.




Come viene voglia di leggere: e se non siamo lettori ma vorremmo esserlo?

Qui si apre una lunghissima parentesi. Chi non è un lettore ma vorrebbe esserlo, dovrebbe innanzi tutto chiedersi quali siano i motivi che lo spingono a questo tipo di desiderio e, con onestà intellettuale, giudicare se tali motivi sono validi oppure no.

Leggere solo per sentirsi uguale a qualcun altro non è un motivo valido.

Leggere perché tutti parlano dell’ultimo best seller e noi no, non è un motivo valido.

Leggere perché la nostra compagna di banco ha letto tutti i volumi de Il diario del vampiro e noi no, non è un motivo valido.

Leggere perché ci sentiamo più stupidi o ignoranti dei nostri amici non è un motivo valido. Leggere perché vogliamo dare un’immagine di noi stessi più sofisticata e intellettuale non è un motivo valido.

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Photo by Gaelle Marcel on Unsplash

Potrei andare avanti per ore ma la questione fondamentale è: che il motivo sia valido o meno non è un giudizio morale, è un giudizio pratico.

Ovvero: se non siete spinti da reale curiosità verso la lettura, credetemi, non vi verrà mai voglia di leggere. Non c’è un modo giusto o sbagliato di essere lettori, l’unica cosa da tenere a mente è che deve incuriosirci e interessarci la lettura, altrimenti non andiamo da nessuna parte.

Come viene voglia di leggere e come nasce la voglia di leggere

Non sono una mamma quindi non saprei darvi consigli su come crescere figli lettori, ma posso dirvi come hanno fatto i miei genitori con me.

Non mi hanno dato lezioni, non mi hanno insegnato nulla. Non mi hanno messo davanti una libreria e non mi hanno detto vai, cerca la tua strada nel mondo.

I libri semplicemente c’erano, in giro per casa, sui comodini, letti alla luce dell’ abat-jour mezz’ora prima di addormentarsi. Questo non è un comportamento che ho imparato, è un comportamento che ho acquisito, del tutto automaticamente.

Leggere in casa mia è sempre stato come avere un congruo numero di mutande pulite nel cassetto o come cambiare lo spazzolino da denti ogni tre mesi.



Quindi, se non siete lettori ma vorreste esserlo ciò che posso consigliarvi è: fate dei libri la vostra abitudine invisibile.  Quel gesto che compi così automaticamente che non ti rendi neppure conto di compierlo.

Onestamente, non so se sia così facile o se sia possibile, soprattutto da adulti. Ma mai dire mai, e soprattutto, se leggere è una cosa per voi così importante, una cosa che, una volta inclusa nella vostra vita, potrebbe rendervi individui più completi, appagati, sereni, allora provate. E se ci riuscite, fatemi sapere 🙂

DISCLAIM

  • La foto di copertina è di Kinga Cichewicz su Unsplash
  • Questo post non è stato sponsorizzato dall’associazione Lettori Anonimi.



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