Da un po’ di tempo ho iniziato a raccogliere tutto ciò mi passi a tiro sul rapporto fra donne, Resistenza e letteratura. Da questa raccolta un po’ scomposta e senza scopo è scaturita un’idea, una piccola rubrica di quelle alla amaranthinemess che sai quando iniziano e non sai quando finiscono, che sai che ci sono delle date ma poi quelle date non valgono mai…
E così è nata Perché la Resistenza, un piccolo progetto pieno di potenziali ed entusiasmanti sviluppi, ma soprattutto, un progetto pieno di storie poco raccontate o non raccontate affatto (in fondo a questo post trovi tutti i link ai contenuti già pubblicati).
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Perché la Resistenza
Ho provato a spiegarvelo in questo post Instagram: perché questo mio interesse a tratti sconfinante nell’ossessione per la Resistenza, per i partigiani, per tutte le cose belle e le cose brutte di quel periodo di lotta.
È il modo in cui sono stata cresciuta, sono le storie che mi raccontava mio papà. Sono i valori che i miei mi hanno trasmesso da piccola e tutti gli splendidi posti in cui mi hanno portata (vi ho mai parlato di quel luogo magico e tragico insieme che è Monte Sole? Un giorno magari vi parlo anche di questo…).
E poi per il senso di responsabilità. Ho avuto il privilegio di ricevere in dono questo pezzo di memoria, ho la responsabilità di donarlo a mia volta perché questa memoria possa non esaurirsi mai.
E poi la letteratura. Mio padre è un appassionato di Storia, i fatti storici me li ha raccontati lui, tante volte. Poi negli anni io sono andata a riprenderli, a studiarli per conto mio e adesso, provo a metterci accanto quell’altro pezzo di me che è la letteratura per vedere cosa ne viene fuori.
La letteratura della Resistenza, la letteratura delle partigiane
Scrive Miriam Mafai in Pane nero (Mondadori, 1987):
C’è, nei confronti delle donne che hanno partecipato alla Resistenza, un misto di curiosità e di sospetto… E’ comprensibile … che una donna abbia offerto assistenza a un prigioniero, a un disperso, a uno sbandato, tanto più se costui è un fidanzato, un padre, un fratello… L’ammirazione e la comprensione diminuiscono, quando l’attività della donna sia stata più impegnativa e determinata da un a scelta individuale, non giustificata da affetti e solidarietà familiari. Per ogni passaggio trasgressivo, la solidarietà diminuisce, fino a giungere all’aperto sospetto e al dileggio.
La domanda che ci si pone è: chi erano queste donne della Resistenza?
Prima mi porrei un’altra domanda: perché non sappiamo chi fossero le donne della Resistenza?
Eppure furono parecchie, molte rimaste nell’ombra, è vero, molte altre hanno ricevuto riconoscimenti, medaglie al valor militare. E poi?
Le donne nella Resistenza: il loro contributo
Un contributo. Come dire: il grosso l’hanno fatto i partigiani uomini, le donne stavano lì a rimestar la cena. Ma non è andata esattamente così.
Tutti i testi che provano a ricostruire il ruolo assunto dalle donne nella lotta partigiana ci dicono: è vero che spesso le donne all’interno della Resistenza hanno mantenuto il loro ruolo di genere assistenziale nei confronti degli uomini. Per questo molto spesso le donne curavano, facevano da mangiare, rammendavano e cucivano.
Ma al di là del fatto che già questo apporto mi pare essenziale per fare andare avanti la lotta, il ruolo delle donne non si è ridotto a questo.
Racconta Carla Capponi nel suo Con cuore di donna (pubblicato da Saggiatore nel 2000) che all’indomani dell’Armistizio, quando, affacciandosi dalla finestra di casa, vide i primi gruppi di civili armati, ebbe l’istinto di correr giù con loro. La madre la fermò e le disse che era roba da uomini, Carla le rispose donne e uomini, saremo tutti utili.
La storia di Carla Capponi è straordinaria (ma le dedicherò un video intero, ve lo prometto) e dalle pagine di questo suo libro di memorie emerge anche un altro aspetto della lotta delle donne: l’uso delle armi. Molti partigiani uomini, infatti, non volevano condividere le armi con le partigiane.
La storica Simona Lunadei ce ne parla in questi termini:
Il problema è il tabù delle donne che esercitano la violenza, che ovviamente era molto forte in un contesto culturale tradizionalista come quello italiano. Riconoscere alle donne la possibilità di esercitare la violenza armata avrebbe significato riconoscere un’uguaglianza di genere[…] Le pochissime donne a cui alla fine fu consentito l’uso delle armi hanno sempre raccontato in seguito i problemi che questo creava loro, in termini culturali e pratici.
da Il ruolo rimosso delle donne nella Resistenza di Annalisa Camilli, Internazionale 25 aprile 2019
Le donne partigiane che hanno voluto un’arma hanno dovuto procurarsela – come racconta Capponi, che la rubò su un autobus ad un repubblichino.
Ma c’è di più: sempre Lunadei racconta che per poter avere riconosciuta la propria attività partigiana, si doveva dimostrare di aver preso parte per almeno tre mesi ad un gruppo organizzato riconosciuto.
Da qui deriva che molte donne hanno sì fatto parte attivamente di quella lotta, ma non avendo preso parte alla lotta armata (perché i compagni partigiani in molti casi non vollero armarle) non vennero poi riconosciute come partigiane vere e proprie.
Si conta che le donne che presero parte alla Resistenza partigiana furono più di 35 mila. Le partigiane che hanno ricevuto medaglie d’oro al valore per le loro azioni durante la Resistenza sono state 19.
E quindi raccontiamole, queste storie. Queste storie straordinarie di Resistenza totale, all’invasore, al fascismo, al ruolo di genere. Raccontiamo di Renata Viganò e delle sue Agnese, raccontiamo di Carla Capponi e dell’azione di via Rasella, raccontiamo di Bianca Guidetti Serra, di Giovanna Zangrandi, di Ada Gobetti. Ce ne sono tantissime di storie di donne partigiane non raccontate (o non raccontate abbastanza), basta sceglierne una e cominciare da lì.
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Contenuti della rubrica Perché la Resistenza già pubblicati:
- Bibliografia della rubrica[video: IGTV – YouTube]
- L’Agnese va a morire, Renata Viganò[video: IGTV – YouTube]
- Lei è la vedova del decorato? [post Instagram]
- Cosa erano i Gruppi di difesa della Donna [post Instagram]
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In ogni caso troverai tutti i contenuti aggregati su questa pagina.