#ResistenzaVera |”La luna e i falò”: Morte di Santina

pavese la luna e i falo
Share

 

Alla fine del quarto appuntamento con la rassegna di letteratura italiana su fascismo, antifascismo e Resistenza, ci eravamo lasciati con una domanda su Santina e la sua famiglia: che fine hanno fatto?

Santina e la sua famiglia sono i proprietari del secondo posto in cui lavora il nostro protagonista, Anguilla: la proprietà si chiama La Mora ed è lì che Anguilla trascorre gli anni che da ragazzino lo porteranno ad essere un uomo e a lasciare l’Italia per l’America.

 

 

cesare pavese la luna e i falò

 

Di quella famiglia Anguilla ci dà molte informazioni: c’erano sor Matteo, il padre, le due figlie maggiori Irene e Silvia e la matrigna, la signora Elvira, madre della piccola Santina.

Ma quando torna, quella famiglia non esiste più.

 

– TEMPO DI LETTURA 3 MINUTI –

 

“Irene e Silvia non erano più contadine, e non ancora vere signore. Ci stavan male, poverette – ci sono morte.”

Con i padroni della Mora entra in scena una classe sociale ancora mai vista ne La luna e i falò: sono dei signorotti di campagna, un po’ più che contadini ma anche un po’ meno che veri signori.

Quando Anguilla descrive il comportamento delle due ragazze durante un periodo di vendemmia, non si spiega come mai nonostante tutti loro stiano lavorando per fare in modo che a loro non manchi nulla e che diventino sempre più ricche loro sembrano disperate perché una Contessa ha dimenticato di invitarle alla sua festa.

I due piani sono incompatibili: Anguilla vede la felicità nella materialità del cibo, delle ricchezze, di tutto quel che gli manca e a cui aspira, le due giovani ragazze, Silvia e Irene, invece possono permettersi di preoccuparsi del non necessario; è il mancato invito ad un evento mondano a renderle infelici.

 

la luna e i falò cesare pavese

la luna e i falò cesare pavese

 

 

Paradossalmente, sarà poi Anguilla, con la sua aspirazione alla ricchezza materiale a farcela, mentre le due ragazze non avranno un destino felice.

 

giorno della memoria libri leggere autunno iscriviti alla newsletter di amaranthinemess

 

 

“La piccola Santa, che aveva allora tre o quattro anni, era una cosa da vedere. Veniva su bionda come Irene, con gli occhi neri di Silvia, ma quando si mordeva le dita insieme con la mela e per dispetto strappava i fiori, o voleva a tutti i costi che la mettessimo sul cavallo e ci dava calci, noi dicevamo ch’era il sangue di sua madre. Il sor Matteo e le altre due facevano le cose più con calma e non erano così prepotenti.”

Quello che Pavese costruisce, è un ritratto in seppia del passato. Il suo intento è memoriale e simbolico, ce lo siamo già detti, ma il contrasto fra il racconto del passato e quello che ci dice del presente, insinua un forte sentimento di malinconia. Mentre ci racconta della vita alla Mora, quel che ci chiediamo di continuo è: dove sono finite queste persone?

Di tutti, presto o tardi, viene raccontata la fine, tranne che di Santina. Nuto, l’amico di Anguilla, l’unico che sa dove è andata a finire è reticente, non vuole raccontare, suggerendoci che la sua fine sia stata tutt’altro che felice.

“… E la piccola, Santina, che fine ha fatto?
Nuto pensava ancora al suo prete e alle spie, perché storse la bocca un’altra volta e trangugiò saliva.
– Stava a Canelli, – disse. – […]Teneva allegre le brigate nere. Tutti lo sanno. Poi un giorno è sparita.
[…]- Ma come, è sparita? Non si sa cos’ha fatto?
Nuto disse: – Si sa. La cagnetta.
– Che cosa c’è di così brutto?
– La cagnetta e la spia.
– L’hanno ammazzata?
– Andiamo a casa, – disse Nuto. – Volevo svagarmi ma neanche con te non posso.”

 

cronache di poveri amanti vasco pratolini leggi anche il sentiero dei nidi di ragno italo calvino

 

La piccola Santina è simbolo di un periodo della vita di Anguilla. Il fatto che quella bambina non ci sia più e soprattutto che non si sappia che fine abbia fatto, ci proietta sul piano dell’incertezza e del dolore per ciò che non c’è più e non si può recuperare.

 

 

“Tanto vale che te lo dica, – fece Nuto d’improvviso senza levare gli occhi, – io so come l’hanno ammazzata. C’ero anch’io.”

Santina era ovviamente cresciuta, la sua famiglia si era disfatta e lei aveva lasciato la Mora e si era trasferita a Canelli, in città, dove aveva iniziato a lavorare come maestra. Poi si era impiegata alla Casa del fascio.

La sua bellezza e la sua ambizione l’avevano spinta fra le braccia di ufficiali della milizia e podestà, poi era scappata ad Alessandria. Ma con l’inizio della Repubblica di Salò era tornata a Canelli.

“Era cominciata la repubblica. Un bel giorno Nuto sentì dire che Santa era tornata a Canelli, che aveva ripreso l’impiego alla Casa del fascio, si ubriacava e andava a letto con le brigate nere.”

 

la luna e i falò cesare pavese

 

Santina è un personaggio che viene solo descritto da parole di altri, sino all’ultimo capitolo del libro.

Ma proprio nell’ultimo capitolo Pavese decide di darle la parola. Santina è una giovane donna molto determinata, forse inaffidabile, ma sicuramente anticonformista.

Il trentaduesimo capitolo de La luna e i falò – l’ultimo – si apre con Nuto che racconta di aver incontrato Santina:

“La vide una volta traversare il ponte, veniva dalla stazione, aveva indosso una pelliccia grigia e le scarpe felpate, gli occhi allegri dal freddo. Lei l’aveva fermato.”

 

Santina ferma Nuto e iniziano a parlare. Nuto è inquieto, lui lavora con quelli che organizzano la Resistenza, ma Santina lo sa, e si offre di aiutarli. Inizia raccontando ai partigiani di quello che viene a sapere delle Brigate nere, poi scappa in collina coi partigiani.

“Baracca gli disse che l’aveva fatto chiamare (Nuto, ndr) per dargli una notizia, brutta. C’erano le prove che la loro Santa faceva la spia, che i rastrellamenti di giugno li aveva diretti lei, che il comitato di Nizza l’aveva fatto cadere lei, che perfino dei prigionieri tedeschi avevano portato i suoi biglietti e segnalato dei depositi alla Casa del fascio. […] Adesso si trattava di pigliarla a Canelli. C’era già l’ordine scritto.”

 

Da gennaio e per alcune settimane amaranthinemess.it ospiterà una rassegna di letteratura italiana in cui si parlerà di fascismo, antifascismo e Resistenza.
Per leggere i post della rassegna di letteratura italiana, clicca sul banner qui sotto:

giorno della memoria rassegna di letteratura italiana

 

E infine, Santina viene presa dai partigiani. L’ordine è quello di ucciderla.

La sera in cui viene arrestata dismette i pantaloni che aveva indossato da quando era andata in collina con i partigiani e veste un abito chiaro estivo, poi, prima di essere ammazzata, fa una smorfia, come di bambina.

Questi ultimi istanti di Santina sembrano quasi il passato rivisto in trasparenza sul presente, Santina è di nuovo candida, è di nuovo una bambina e il mondo è tutto di nuovo come prima.

“La condussero fuori. Lei sulla porta si voltò, mi guardò e fece una smorfia come i bambini… Ma fuori cercò di scappare. Sentimmo un urlo, sentimmo correre, e una scarica di mitra che non finiva più. Uscimmo anche noi, era distesa in quell’erba davanti alle gaggìe.”

 

 

La luna e i falò poteva concludersi così, ma Pavese inserisce un ulteriore elemento simbolico. Il corpo di Santina viene bruciato:

“Ci pensò Baracca. Fece tagliare tanto sarmento nella vigna e la coprimmo fin che bastò. Poi ci versammo la benzina e demmo fuoco. A mezzogiorno era tutta cenere. L’altr’anno c’era ancora il segno come il letto di un falò.”

 

 

Il quinto appuntamento con la rassegna di letteratura italiana su fascismo, antifascismo e Resistenza finisce qui.

Nel prossimo appuntamento inizieremo un nuovo capitolo della rassegna, dedicato ad un nuovo libro: Lessico famigliare di Natalia Ginzburg.

Se ne La luna e i falò l’elemento memoriale è mescolato a quello simbolico, in Lessico famigliare la memoria familiare acquista il ruolo principale.

Ma ci sarà tempo di parlarne: ci vediamo qui sul blog fra due domeniche.

 

cronache di poveri amanti

 

La programmazione del blog è un po’ cambiata, così, il prossimo appuntamento con la rassegna di letteratura italiana su fascismo, antifascismo e Resistenza sarà di domenica e non più di martedì: se volete rimanere sempre aggiornati, potete seguirmi su Instagram o iscrivervi alla newsletter.

 

 

DISCLAIM

  • Le immagini presenti in questo post sono scaricate da Google immagini

Share

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.